Gli Houthi annunciano una tregua, i caccia sauditi colpiscono Sana’a
Nel mirino dei raid aerei di Riyadh alcuni settori della capitale e la cittadina costiera di Makram. Le operazioni una risposta all’attacco agli impianti sauditi del fine settimana. Leader del movimento ribelle annuncia un cessate il fuoco di tre giorni e auspica una ripresa dei colloqui. L’Onu punta a fermare le armi per il Ramadan.
Sana’a (AsiaNews) - I caccia della coalizione araba a guida saudita hanno compiuto una serie di attacchi contro la capitale yemenita sotto il controllo dei ribelli sciiti Houthi, colpendo anche alcune aree residenziali e altre zone del Paese. I raid sono avvenuti ieri a poche ore dall’annuncio di una tre giorni di tregua unilaterale da parte dei miliziani sostenuti dall’Iran, con il funzionario locale Onu che condanna l’ennesima escalation di violenze in una guerra sanguinosa giunta all’ottavo anno.
Secondo quanto riferisce il network arabo al-Masirah, gli attacchi di ieri hanno provocato almeno sei feriti civili, fra i quali vi sono almeno tre bambini. Nelle prime ore di ieri i caccia sauditi hanno colpito un centro medico nella cittadina costiera di Makram, sull’isola di Kamaran. Qualche ora più tardi nel mirino delle bombe sono finiti i quartieri di Jarban e Dhabwa, nel distretto di Sanhan, a Sana’a. Al momento non vi sono informazioni ufficiali in merito a vittime o feriti. Colpito anche il sobborgo di al-Nahdin, nel distretto di al-Sabeen; anche qui non si conterebbero morti, ma le notizie che filtrano dall’area sono scarne.
Condannando l’ennesima escalation militare, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha parlato di almeno otto vittime fra i civili, tra i quali vi sarebbero cinque bambini e due donne. Da qui il rinnovato invito a promuovere ogni sforzo per la pace, o quantomeno un cessate il fuoco duraturo per il Ramadan, il mese sacro di digiuno e preghiera islamico.
Gli attacchi aerei sono arrivati poche ore di distanza dall’annuncio del presidente del Consiglio politico supremo Houthi Mahdi al-Mashat di un cessate il fuoco, della sospensione di attacchi missilistici e azioni militari contro l’Arabia Saudita per tre giorni. Dietro la scelta, spiega il leader del movimento ribelle, vi sarebbe un “invito sincero e passi pratici” per “ricostruire la fiducia” e permettere a tutte le parti in causa di riallacciare “i colloqui” in un’ottica di pace. Egli ha poi aggiunto che “siamo pronti a trasformare questa dichiarazione in un impegno finale e permanente nel caso in cui l'Arabia Saudita si impegni a porre fine all'assedio e a fermare le sue incursioni contro lo Yemen una volta per tutte”.
Tuttavia, finora non si registrano reazioni ufficiali da parte dei vertici istituzionali o militari a Riyadh.
L’annuncio della (fragile) tregua da parte degli Houthi segue l’attacco a colpi di missili e droni contro un sito petrolifero in territorio saudita, a poche decine di chilometri dal circuito in cui si è svolto nel fine settimana il gran premio di Formula uno. Nel mirino dell’operazione “Breaking the Siege III” alcuni “obiettivi vitali” all’interno del regno wahhabita nelle regioni di Jizan e Najran, oltre a una centrale Aramco nella città portuale di Jeddah. Pur annunciando la tregua, gli Houthi sottolineano che non esiteranno ad allargare le operazioni militari fino a che non finirà l’aggressione saudita e verrà rimosso completamente il blocco economico e commerciale.
21/10/2016 08:58