17/09/2024, 12.33
SINGAPORE
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Gli 'avvocati da un dollaro' per chi non ha tutele a Singapore

di Steve Suwannarat

Nella sua visita papa Francesco ha parlato dell'urgenza di non lasciare ai margini nessuno all'ombra dei grandi grattacieli del Sud-est asiatico. Un impegno che nella città-Stato ha un volto significativo nell'esperienza di "Pro Bono SG", un gruppo di professionisti che operano gratuitamente al servizio di quanti non potrebbero permettersi una difesa legale. Vincendo anche alcuni pregiudizi diffusi in una società che esalta il rigore.

Singapore (AsiaNews) - Nel suo discorso alle autorità di Singapore, qualche giorno fa, pur elogiando i grandi traguardi raggiunti dalla città-Stato, invitava a tenere comunque alta la guardia dal rischio di un progresso che esclude chi si trova ai margini. È un impegno che per chi vive nel grande crocevia del Sud-est asiatico si declina anche in tante sfide molto concrete. Una di questa è la possibilità anche per i meno privilegiati di non essere tagliati fuori per ragioni economiche dalla possibilità di accedere a una difesa legale. Ed è la frontiera su cui ormai da un decennio opera un'organizzazione locale, Pro Bono SG, fondata da alcuni avvocati con l'intento di garantire a titolo pressoché gratuito un supporto legale a chi altrimenti non potrebbe disporne. Un'iniziativa che mira anche a far superare la diffidenza di chi spesso vive ai margini e le resistenze di una società poco tollerante verso chi devia dalle sue regole.

Ai fondatori - giovani avvocati che dieci anni fa hanno deciso di dare una svolta filantropica alla loro carriera - si sono aggiunti nel tempo altri freschi di laurea. Per alcuni una scelta temporanea, per altri la possibilità concreta di fare della loro professione una scelta etica. I clienti sono anzitutto individui che non possono permettersi un’assistenza legale oppure non possono accedervi per una molteplicità di ragioni. La loro attività spazia dal diritto penale a quello civile al diritto di famiglia. Spesso sono richiesti come avvocati d’ufficio e questo ha portato loro il soprannome di “avvocati da un dollaro” (di Singapore), perché questo era un tempo il costo della registrazione degli avvocati difensori all’Ufficio di sostegno legale.

La crescente notorietà di Pro Bono SG si confronta ancora - però - con un preconcetto di scarsa professionalità, che non tiene conto della responsabilità che i legali hanno nei confronti della corte e della loro professione quando si trovano a dibattere un caso e può rappresentare un primo ostacolo riguarda l’accesso ai potenziali “clienti”. L’altro ostacolo da affrontare è il disagio se non l’aperta ostilità di chi non accetta il loro impegno nella difesa in casi particolarmente spinosi che riguardano situazioni considerate negativamente dall’opinione pubblica e i cui presunti responsabili sono considerati a priori non degni di tutela legale. Ad esempio nei reati sessuali nei confronti di minori o l’omicidio di consanguinei. Oppure, cause riguardanti i diritti di immigrati irregolari o di lavoratori stranieri.

Questo porta ad attacchi nei confronti del gruppo o di singoli membri, perlopiù sui social network, a cui rispondono ribadendo che il loro ruolo è difendere chi al momento ne ha più bisogno, senza pregiudizi. Si tratta sicuramente una iniziativa controcorrente o comunque innovativa per la realtà singaporiana. E la conferma viene anche dalla scelta di avere come una delle due sedi due container sul terreno di un tempio nell’area di Hougang.

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