05/10/2024, 12.15
HONG KONG
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Giudici stranieri abbandonano Hong Kong: autorità locali accusano i governi occidentali

In realtà coloro che hanno lasciato l'incarico hanno citato motivazioni personali oppure hanno descritto la mutata situazione della città dopo le imposizioni sulla sicurezza da parte di Pechino. Il vice segretario alla Giustizia, Horace Cheung Kwok-kwan, oggi ha parlato di "pressioni inappropriate" da parte dell'Occidente.

Hong Kong (AsiaNews) – Il vice segretario alla Giustizia di Hong Kong, Horace Cheung Kwok-kwan, ha accusato i governi occidentali di esercitare “pressioni inappropriate” sui giudici stranieri che operano nel sistema giudiziario della città, affermando che tali interferenze hanno portato alle dimissioni di alcuni di loro. 

La critica è stata lanciata a seguito delle recenti dimissioni di Nicholas Addison Phillips, giudice britannico della cosiddetta Corte di Appello finale. Phillips, in servizio dal 2012, è il terzo giudice britannico a dimettersi dalla massima corte di Hong Kong negli ultimi mesi e il quinto giudice straniero a lasciare l’incarico quest'anno, come riportato dal South China Morning Post

A giugno, i giudici britannici Jonathan Sumption e Lawrence Collins si erano dimessi a causa delle mutate condizioni politiche a Hong Kong dopo l’imposizione della legge sulla sicurezza da parte di Pechino. In un articolo di opinione per il Guardian, Sumption aveva descritto la città come uno "Stato che sta diventando lentamente totalitario". Anche Collins aveva dichiarato di aver lasciato l'incarico a causa della situazione politica in città.

In risposta, il governo di Hong Kong aveva pubblicato una smentita, respingendo le accuse di pressioni politiche sui tribunali locali e criticando Sumption per aver “abbandonato” i colleghi giudici.

Il vice segretario Cheung oggi ha affermato che “negli ultimi anni abbiamo osservato come alcuni Paesi stranieri, in particolare Stati Uniti e Regno Unito, abbiano esercitato pressioni inappropriate sui nostri giudici non permanenti. Alcuni hanno deciso di dimettersi per diverse ragioni personali, ma sia coloro che se ne sono andati sia quelli ancora in carica hanno sempre mostrato grande stima e riconoscimento per lo stato di diritto di Hong Kong”. E ha aggiunto: “Spero che questi politici stranieri smettano di attaccare o cercare di minare il nostro stato di diritto”.

Phillips, 86 anni, ha scelto di non rinnovare il suo mandato, conclusosi lo scorso lunedì, citando motivi personali. Prima di lui, l’australiano Anthony Gleeson, 88 anni, non aveva rinnovato il suo incarico, scaduto il 29 febbraio, mentre la canadese Beverley McLachlin, 80 anni, si era ritirata il 29 luglio.

La Corte di Appello finale è formata da tre giudici permanenti e un massimo di 30 giudici non permanenti provenienti da qualsiasi giurisdizione estera in cui è applicata la Common Law (la giurisdizione a cui in genere fanno riferimento i Paesi anglosassoni). Hong Kong è autorizzata a reclutare giudici dall'estero secondo quanto previsto dalla Basic Law, la mini-costituzione della città. 

Attualmente, il numero di giudici stranieri in servizio presso la Corte di Appello finale è sceso a sei, rispetto ai 15 di giugno 2020. Tra i sei giudici rimasti, due – David Edmond Neuberger e Leonard Hubert Hoffmann – provengono dal Regno Unito, mentre gli altri quattro – William Montague Charles Gummow, Robert French, Patrick Anthony Keane e James Leslie Bain Allsop – sono australiani.

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