13/10/2004, 00.00
giappone
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Gioventù senza motivi alla base del suicidio via web

di Pino Cazzaniga
Un missionario: questi giovani sono come pecore senza pastore. E' tempo che le chiese si aprano all'incontro con loro.

Tokyo (AsiaNews) – "Sono in una macchina con altri giovani e sto per suicidarmi": è questo il testo dell'email che uno dei ragazzi giapponesi suicidatisi ieri ha inviato ad un amico poco prima di morire. Lo rivela il quotidiano Asahi Shinbun.

Dalla polizia si era anche saputo che poco prima di morire uno dei suicidi - un giovane di 21 anni - aveva inviato a un amico un'email in cui annunciava la sua morte. Il destinatario dell'e-mail è un ragazzo di Sapporo, una città distante circa 2mila km dal luogo della tragedia: anche il giovane suicida abitava a Sapporo. Intervistato dal quotidiano Asahi, il destinatario del messaggio ha detto: "Il mio amico leggeva su internet il sito riguardante gli inviti ai suicidi collettivi. Non mi risulta che conoscesse direttamente alcuna organizzazione di questo genere. Penso si sia messo in contatto con il gruppo attraverso il "Jisatsu Websaito" (Web sito suicidi)".

Nelle prime ore del mattino di martedì 12 ottobre la polizia ha trovato i cadaveri di 7 giovani, 3 donne e 4 uomini, in un furgone parcheggiato in una zona montuosa della prefettura di Saitama. Il veicolo era coperto da una tela di plastica accuratamente sigillata. Quattro bracieri portatili, trovati all'interno, hanno prodotto l'ossido di carbonio che ha tolto la vita ai 7. Accanto ai cadaveri sono state trovate brevi note; su un foglietto, vicino a una delle donne, si legge: "La mamma morrà, ma sono contenta di averti generato".

La polizia in un laconico comunicato ha espresso il sospetto che si tratti di un "caso di suicidio collettivo programmato attraverso internet, il più numeroso dei suicidi collettivi degli ultimi anni".

Nello stesso giorno alla periferia della città di Yokosuka, presso Yokohama, è stata rinvenuta un'altra macchina con i cadaveri di due giovani donne (27 e 21 anni) suicidatesi alla stessa maniera. In una nota lasciata dalle 2 donne si legge: "Abbiamo fatto questo per accordo vicendevole. Vi prego, non sospettate altri". Visto che le donne non abitavano nella stessa città, la polizia ritiene che anche in questo caso si tratti di suicidio collettivo combinato via internet.

La polizia ha rivelato che l'anno scorso ci sono stati 12 eventi di suicidi collettivi programmati via web: in totale i morti sono stati 34. La tendenza dei suicidi combinati via internet è in aumento.

Il giornalista Shibui Tetsuya, specialista in materia, ha così spiegato il fenomeno. "Coloro che desiderano commettere suicidio non vogliono rischiare di soffrire a causa del fallimento del piano. Chi è decisamente determinato a togliersi la vita desidera reclutare complici che diano una mano a preparare stufe portatili o strumenti del genere per essere sicuri del risultato. È nato così il sito 'catena di informazione per il suicidio'. Quelli, poi, che rispondono all'invito senza una forte determinazione, una volta aggregatisi e dominati dai decisi, non hanno più la forza di ritornare sulla propria decisione".

Esperti di condizione giovanile ritengono che da almeno 2 decenni i giovani giapponesi vivano una ribellione verso il modello efficientista della società nipponica. Le risposte tradizionali (professionismo esasperato ed eccellenza negli studi) non soddisfano più le nuove generazioni, che giungono fino ad abbracciare scelte estreme come l'adesione a sette violente o il suicidio.

"Ultimamente la sofferenza, conscia o inconscia, di molti giovani giapponesi e' di non avere motivi per vivere", dice un missionario ad AsiaNews. E aggiunge: "Le chiese cristiane in Giappone, cattoliche e protestanti, devono decisamente liberarsi dalle false timidezze e dal complesso del 'piccolo gregge' e mettersi in sintonia con il cuore di Cristo che vedendo tanta folla - come questi giovani - ne ebbe compassione perche' erano come pecore senza pastore"

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