Giovani indù nepalesi festeggiano Shiva fumando hashish e marijuana
Kathmandu (AsiaNews) – Vendita libera di hashish e marijuana anche ai ragazzi delle scuole, immersioni in acque inquinate e alto rischio di malattie. E’ quanto accade nel tempio di Pashaupatinath a Kathmandu, dove lo scorso 13 febbraio oltre 50 mila indù provenienti da Nepal e India hanno celebrato “la grande notte di Shiva” (Mahashivaratri).
Il Mahashivaratri è una delle più importanti festività del calendario indù e raccoglie ogni anno migliaia di fedeli nei vari santuari dedicati al dio. L'adorazione prevede un giorno e una notte di digiuno e veglia, insieme all'adorazione rituale. Oltre alle offerte di cibo e incenso, il rito consente anche il consumo di hashish e marijuana in onore del dio. Gli spacciatori vendono droga agli adulti e ai ragazzi in coda per entrare nel tempio. “Questo è il giorno del dio Shiva – afferma Nabin Shrestha, ragazzo di 16 anni – quella che fumiamo non è droga, ma una semplice offerta al dio”. Nonostante il consumo di droga sia permesso all’interno del tempio, la vendita di sostanze stupefacenti è però illegale. “Per noi è impossibile controllare il traffico illegale – dice Sushil Nahata, segretario della sicurezza del tempio – preferiamo concentrarci sul servizio di sicurezza, invece di fermare il commercio di droga”.
Altro problema legato al rito è l’acqua inquinata del fiume Bagmati utilizzata per le abluzioni dei fedeli. Shuda Sharma, del Ministero della salute, afferma: “Coloro che s immergono nell’acqua corrono il rischio di trasmettere infezioni. Questo permette alle epidemie di diffondersi nel resto del Paese”.
Tra le migliaia di pellegrini anche le autorità politiche hanno compiuto l’annuale offerta a Shiva. Tra queste il presidente del Nepal Ram Baran Yadav e l’ex monarca Gyanendra Shaha, deposto nel 2006, dopo 10 anni di guerra civile.
“Ho pregato Shiva per la drammatica situazione del Paese – ha affermato il presidente all’uscita del tempio – affinché il dio possa dare a tutti noi politici il potere per compiere il nostro dovere e realizzare in tempo la nuova costituzione”.
A tutt’oggi il Nepal è retto da un governo di coalizione ed è privo di una reale costituzione. E questo a causa delle dimissioni nel maggio 2009 dell’ex premier maoista Prachanda, causate dal mancato reintegro delle milizie maoiste nelle file dell’esercito. Secondo la legge la costituzione deve essere approvata da tutti i partiti compreso quello maoista entro i prossimi 7 mesi. Ciò per non aggravare ancora di più la drammatica crisi istituzionale ed economica del Paese.