Giovane schiaffeggia il maoista Prachanda. I nepalesi lo acclamano come un eroe
Kathmandu (AsiaNews) - "L'aggressione contro Pushpa Lama Dahal (Praghanda) storico leader ed ex premier del Partito maoista nepalese esprime la frustrazione della popolazione contro i politici". È quanto afferma Pratibha Kunwar, 28 anni, sorella di Padam Kunwar, il giovane attivista maoista che nei giorni scorsi ha schiaffeggiato lo storico guerrigliero al termine di una cerimonia pubblica. A tutt'oggi il giovane si trova sotto la custodia della polizia, che dopo il gesto lo ha prelevato interrompendo il linciaggio dei sostenitori di Prachanda, costate al ragazzo alcune ferite.
In questi mesi, il Partito maoista, tornato di recente alla guida del Paese, e la famiglia di Prachanda sono andati sotto riflettori per diversi scandali di corruzione e accumulo di ricchezze . L'ex primo ministro avrebbe acquistato una villa lussuosa nel centro della capitale con i soldi sottratti al partito. Il figlio invece avrebbe sfruttato il potere del padre per organizzare una spedizione sull'Everest insieme ai propri amici, prelevando 250mila dollari dalle casse dello Stato in rosso.
Krishna Pahadi, attivista per i diritti umani afferma "che la popolazione non è felice della condizione in cui versa il Paese. I leader politici ci hanno ingannato, rimangiandosi tutte le promesse fatte in questi anni". Tali scandali hanno scosso l'opinione pubblica, ma soprattutto hanno deluso le aspettative di centianaia di giovani maoisti, come Kunwar. La storia del giovane ha commosso la popolazione e alcuni leader dell'opposizione nepalese lo definiscono già un eroe. Su Facebook, siti internet e altri social network sono nati numerosi gruppi a sostegno del ragazzo.
Padam Kunwar è il figlio minore di una famiglia di agricoltori che per 10 anni ha sostenuto la guerra dei maoisti contro la monarchia Indù, caduta nel 2006. Prathibha racconta che Padam aveva solo nove anni quando i suoi genitori l'anno mandato in India per salvarlo dalla guerra. Una volta ritornato nel suo villaggio nel 2007, egli ha sostenuto con tutta la sua famiglia la rivoluzione maoista, diventando un attivista per i diritti dei più poveri schiacciati dal sistema di caste risalente alla monarchia. Tuttavia, egli avrebbe assistito a una serie di casi di soprusi e corruzione da parte dei politici maoisti locali, che lo hanno spinto negli anni a mutare la sua stima negli ideali comunisti portandolo negli ultimi anni a un vero e proprio odio, nei confronti dell'ipocrisia maoista. La sorella racconta che tutti i suoi parenti hanno servito dentro le armate maoiste. "Mio padre - racconta Pratibha - è stato più volte imprigionato per il suo sostegno ai comunisti durante l'insurrezione". Tek Bahadur, il fratello maggiore ed ex quadro dell'esercito di liberazione, soffre ancora per le ferite riportate durante la guerra. "Abbiamo iniziato ad appoggiare i maoisti fin dal 2000 - racconta la ragazza - nel 2005 i militari mi hanno rotto tutte le costole durante un'ispeazione nella nostra casa, ma non sono riuscita a curarmi perché eravamo troppo poveri".
In questi giorni, leader dell'opposizione e gente comune hanno lanciato diversi appelli per chiedere il rilascio del giovane che rischia un processo per terrorismo.