11/12/2023, 12.07
PAKISTAN
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Giornata diritti umani: minoranze pakistane emergenza nazionale

di Shafique Khokhar

Conversioni forzate, spose bambine e abusi perpetrati in nome delle leggi sulla blasfemia sono solo alcuni esempi. Nel mirino soprattutto le ragazze cristiane e indù, in una nazione a maggioranza musulmana. Serve maggiore impegno e responsabilità di polizia, governo e magistratura. Nel Punjab in un anno 3914 stupri, 664 violenze domestiche, 174 delitti d’onore e 44 attacchi con acido. 

Lahore (AsiaNews) - Conversioni forzate, spose bambine e attacchi sferrati usando - o abusando - di leggi e norme come quelle sulla blasfemia, spesso sfruttate per colpire rivali o dirimere controversie personali. Sono solo alcune delle violazioni ai diritti umani che devono subire quotidianamente le minoranze religiose in Pakistan, in particolare le ragazze cristiane e indù. Un’emergenza sempre attuale e rilanciata ieri da personalità e gruppi attivisti, in concomitanza con la Giornata mondiale Onu dei diritti umani, che si tiene in tutto il mondo il 10 dicembre. La data è stata scelta per ricordare la proclamazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre 1948 e di cui ricorrono i 75 anni.

Destinatari dell’appello le forze dell’ordine, la magistratura, gli organi di polizia e i rappresentanti pubblici, a partire dalla classe dirigente, chiamati a far rispettare la legge e a tutelare quanti sono vittime di abusi. Oltre a dover attuare le garanzie legali e amministrative per proteggere con particolare riguardo le minoranze etniche e religiose da violazioni e abusi dei diritti umani, come chiesto a gran voce da una parte consistente della società civile del Paese asiatico. 

P. Abid Tanvir, vicario generale della diocesi di Faisalabad, ricorda come i governi del recente passato “hanno introdotto un quadro giuridico e creato istituzioni nazionali per i diritti umani; tuttavia donne, persone con disabilità e minoranze religiose continuano a subire discriminazioni e sfruttamento a causa di una volontà politica debole e per l’insufficiente allocazione di risorse”. Gli fa eco Shazia George, già membro della Commissione sullo status delle donne del Punjab (Pcsw) e direttrice esecutiva Awam (Association of Women for Awareness and Motivation) che ricorda i dati relativi alle violenze: “Lo scorso anno [solo] nel Punjab si sono registrati 3914 stupri, 664 casi di violenza domestica, 174 casi di delitto d’onore, 44 di attacchi con acido e 14 matrimoni forzati, a dimostrazione di un meccanismo di attuazione debole che mina l’efficacia delle leggi esistenti”.

Joseph Jansen, presidente di Voice for Justice (Vfj), osserva come l’economia pakistana tragga beneficio dal 2014 e riceva aiuti dal 2014 per l’impegno con partner internazionali e istituzioni della difesa dei diritti umani. In particolare, l’Unione europea ha rinnovato per altri quattro anni il Gps+ status [Generalised Scheme of Preferences Plus, incentivi speciali di Bruxelles per nazioni che si impegnano nella tutela dei diritti, lavoro, ambiente, etc], pur manifestando preoccupazione sui progressi (mancati) di Islamabad in tema di diritti umani.

Ashiknaz Khokhar ha fatto riferimento al rapporto Ue che indica le croniche carenze del Pakistan in tema di protezione della libertà religiosa e dei diritti delle minoranze, esortando l’esecutivo a un maggiore impegno per l’applicazione dei dettami Onu. Shamaun Alfred ha richiamato l’attenzione sul caso di Anwar Kenneth (nella foto), dietro le sbarre con l’accusa di blasfemia per oltre due decenni, facendo appello per la sua assoluzione. Infine Nadia Stephen ha affermato che il governo dovrebbe adottare misure per garantire l’uguaglianza dei diritti, proteggere la vita e la proprietà dei cittadini e affrontare le questioni in sospeso attraverso riforme quali: legge che criminalizza le conversioni forzate, modifica delle norme sulla blasfemia per impedirne gli abusi a essa correlati e quadro normativo per prevenire i crimini d’odio e violenze per mano di una folla.

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