10/07/2017, 08.59
SIRIA - ONU
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Ginevra, nuovi colloqui Onu sulla Siria.Tiene la tregua mediata da Usa e Russia nel sud-ovest

Nella città svizzera si apre oggi il settimo round di incontri mediato dalle Nazioni Unite. Fra le delegazioni prevale il pessimismo. Leader opposizioni: “aspettative modeste”. Washington e Mosca mediano per la fine dei combattimenti in tre province del sud-occidentali, via libera alla consegna di aiuti.

 

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Si apre oggi a Ginevra, in Svizzera, il settimo round di colloqui di pace sulla Siria mediati dalle Nazioni Unite, fra il governo di Damasco e le opposizioni. Una conferma degli sforzi diplomatici promossi dalla diplomazia internazionale, mentre sul terreno sembra tenere il cessate il fuoco raggiunto a margine del G20 di Amburgo (Germania) nel fine settimana fra il presidente Usa Donald Trump e l’omologo russo Vladimir Putin.

Ramzi Ezzedine Ramzi, numero due dell’inviato speciale Onu per la Siria Staffan de Mistura, sottolinea che il cessate il fuoco ha fornito uno “slancio positivo” alla vigilia dell’incontro e i benefici si vedranno “sin da oggi” in Svizzera.

Sono quattro i punti chiave dei negoziati ginevrini, che vedono impegnate in prima fila le Nazioni Unite e che viaggiano in parallelo ai colloqui di Astana, sponsorizzati da Russia, Iran e Turchia. In primis la redazione di una nuova Costituzione; la governance, intesa come transizione politica; lo svolgimento di regolari elezioni; la lotta a tutto campo contro il terrorismo.

Tuttavia, su questi elementi restano evidenti le divergenze fra le forze in campo e le potenze - regionali e internazionali - che le sostengono. Proprio per questo alla vigilia degli incontri prevale una sensazione di cautela, se non di malcelata sfiducia. Interpellato sul possibile esito di questo nuovo round di incontri Yehia al-Aridi, portavoce dell’Alto comitato per i negoziati (Hnc), gruppo ombrella che riunisce i movimenti di opposizione anti-Assad, parla di “aspettative modeste”.

Il conflitto siriano, divampato nel marzo 2011 come moto di protesta di una parte contro il presidente Bashar al-Assad, ha causato sinora oltre 320mila vittime e almeno 11 milioni di profughi, fra sfollati interni e migranti. Negli ultimi mesi le diplomazie internazionali hanno ottenuto alcuni (parziali) successi in un’ottica di pace fra cui la  tregua nazionale in vigore dal dicembre scorso e la creazione di  zone di “de-escalation” del conflitto.

L’ultimo di questi è l’accordo fra Washington e Mosca per una tregua nei combattimenti nel sud-ovest del Paese, raggiunto nei giorni scorsi. Esso riguarda tre province: Daraa, Quneitra e Sweida. Esercito governativo e gruppi combattenti dell’opposizione hanno rispettato il cessate il fuoco, con alcune sporadiche e isolate eccezioni. Il patto prevede inoltre il ritiro delle milizie iraniane operative sul terreno a sostegno di Assad e i guerriglieri filo-sciiti libanesi di Hezbollah.

L’accordo ha sancito anche il via libera per la distribuzione di aiuti umanitari e generi di prima necessità nelle zone interessate; a questo si aggiunge l’inizio del processo di graduale rimpatrio dei rifugiati dalla vicina Giordania.

 

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