Giappone: elevato numero di suicidi tra i giovani, “colpa” della società che punta sull’economia
Tokyo (AsiaNews) - Siccome il Giappone “ha rinunciato in base all’articolo 9 della propria Costituzione a dotarsi di un esercito di aggressione - almeno per ora - tutti gli investimenti vanno a favore dell’industria e dell’educazione. La formazione degli studenti, soprattutto nelle materie economiche, è un aspetto chiave della crescita del Paese. Per questo motivo in Giappone la scuola è molto impegnativa e purtroppo si registra un elevato tasso di suicidi tra i giovani che non riescono a sopportare il peso delle aspettative che la società ha su di loro”. A parlare è p. Pino Cazzaniga, missionario del Pontificio istituto missioni estere (Pime) in Giappone, intervistato da AsiaNews riguardo l’allarmante numero di suicidi tra i giovani nel Paese. “Se di pensa che già alle elementari e alle medie i bambini fanno ore di ripetizioni nel pomeriggio dopo la scuola per poter accedere alle migliori scuole, si capisce come l’attenzione sia tutta puntata sul progresso economico del Paese piuttosto che sulla cura delle anime”.
Questa mattina l’agenzia Kyodo ha pubblicato i dati di uno studio effettuato dal governo di Tokyo tra il 1972 e il 2013, periodo in cui si sono registrati 18.048 suicidi. Il sondaggio riporta che la data in cui si commette il maggior numero di suicidi è quella dell’1 settembre, giorno in cui gli studenti rientrano sui banchi di scuola al termine delle vacanze estive. In quel giorno lo studio segnala 131 decessi, quasi il triplo rispetto alla media annuale (49). Un altro periodo “boom” è quello che coincide con il termine delle vacanze primaverili (95 decessi l’8 aprile e 99 l’11).
Secondo l’analisi, le motivazioni che spingono i ragazzi a togliersi la vita sono di due tipi: gli studenti di elementari e medie per dissidi in famiglia e problemi con i genitori; quelli del liceo per difficoltà scolastiche, depressione legata al cattivo rendimento, aspettative deluse sulla carriera futura. Queste cause sono confermate anche dal missionario, che riporta come il tasso di alfabetizzazione in Giappone sia uno dei più alti al mondo, con circa l’80% della popolazione che frequenta la scuola almeno fino al liceo. “I programmi scolastici prediligono l’insegnamento delle materie scientifiche al posto di quelle filosofico-umanistiche. Questo avviene perché tutta l’istruzione è improntata sulla crescita economica dell’industria, quindi i ragazzi vengono formati per incentivare lo sviluppo del Paese”, afferma.
P. Cazzaniga spiega anche come la tradizione culturale e religiosa del Paese [dove convivono insieme shintoismo e buddhismo - ndr] influisca in modo rilevante sull’attenzione che la società riserva alla cura della persona in quanto essere umano. “La tradizione culturale in Giappone - dice - è molto diversa rispetto all’Europa dove, grazie al cristianesimo, si ha rispetto per l’individuo in quanto ‘persona’, si parla in famiglia dei problemi dei giovani e si cerca di affrontarli insieme. Qui invece non si ha un concetto dell’anima, ma è importante il culto degli antenati, l’appartenenza ad un gruppo inteso come ‘comunità’”. In questo modo, conclude, “dato che tutta l’istruzione è improntata sull’economia, è venuta meno l’attenzione all’educazione spirituale dei giovani”.