Giappone, per il quarto anno di fila calano le nascite
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) - Il tasso di natalità giapponese ha toccato un nuovo record negativo nel 2014, fermandosi a poco più di un milione di neonati. Si tratta di un calo di circa 9mila unità rispetto al 2013. I dati sono stati resi noti dal ministero della Salute. Sono quattro anni consecutivi che il numero cala, mentre continua ad aumentare il numero di decessi prevedibili per il nuovo anno. Nel 2013, le morti sono state 1,3 milioni.
Secondo alcune stime, se non si inverte la rotta entro il 2050 la popolazione giapponese arriverà a 97 milioni, ovvero 30 milioni di persone in meno. Gli esperti, economisti e sociologi, mettono in guardia il governo: il declino della popolazione "colpirà il sistema-Paese in diversi modi".
Se cala il numero di persone fra i 15 e i 64 anni - ovvero l'età lavorativa - allora calerà anche la crescita potenziale e diminuirà il Prodotto interno lordo nazionale. A sua volta, questo creerà un danno al sistema pensionistico e ad altri elementi del welfare sociale. Il danno si sentirà in maniera particolare nelle aree rurali, dove alcune comunità rischiano la totale estinzione.
Secondo un funzionario del ministero della Salute, un nuovo declino nel numero delle nascite "è inevitabile, dato che cala il numero delle donne in età riproduttiva". I numeri resi pubblici dal governo nell'aprile del 2013 hanno mostrato come, per il terzo anno consecutivo, la popolazione si stia restringendo: per la prima volta, il numero degli anziani è arrivato al 25% del totale. Entro il 2060, la proporzione di coloro che avranno 65 anni o più arriverà al 40% della popolazione.
La Chiesa cattolica giapponese cerca da tempo di sensibilizzare di più i circa 127 milioni di abitanti nipponici. La Conferenza episcopale ha dichiarato il 2010 "Anno della vita" e ha lanciato una serie di iniziative mediche e sociali a favore delle gravidanze. I risultati però non sono ancora soddisfacenti: moltissime coppie preferiscono attendere oltre il tempo massimo per avere un figlio, privilegiando la carriera. Inoltre, un altissimo tasso di suicidi fra i minorenni e una politica ancora troppo consumistica non lasciano ben sperare per il futuro.