Giappone, l'orrore della bomba atomica insegnato ai bambini con i cartoni animati
Hiroshima (AsiaNews) - Per insegnare ai bambini che la guerra porta sempre e solo dolore, e per preservare la memoria dei terribili bombardamenti atomici contro il Giappone, alcuni artisti nipponici hanno scelto come mezzo di comunicazione i cartoni animati. In questo modo, spiegano, "si possono raggiungere i nostri figli e spiegare loro cosa è accaduto quasi 70 anni fa". La memoria collettiva del disastro nucleare, infatti, rischia di andare perduta: per la prima volta dal 1945, il numero dei sopravvissuti all'atomica è calato sotto le 200mila unità.
Come ogni anno, ieri Hiroshima ha ricordato il 69mo anniversario del 6 agosto 1945: in quella data venne sganciata sulla città la bomba atomica: nel corso dell'attacco nucleare, seguito il 9 agosto dal bombardamento di Nagasaki, sono morte circa 140mila persone. Secondo gli Alleati furono proprio queste due devastazioni ad accelerare la fine della II Guerra mondiale, dato che il Giappone era rimasto l'unico Paese dell'Asse a combattere. Il 2 settembre del 1945, Tokyo firmò la resa incondizionata.
Nella società nipponica, la memoria collettiva di questi eventi è stata portata avanti dagli hibakusha, i sopravvissuti, che portano addossi i segni e le malattie derivate dalle radiazioni. Negli anni, queste persone hanno istruito i giovani sui dolori della guerra e sugli orrori dell'atomica non solo in famiglia, ma anche nelle scuole e nei luoghi di incontro. Tuttavia, quest'anno per la prima volta il loro numero è calato sotto le 200mila unità: la loro età media è di 79,44 anni.
Per mantenere viva la loro lezione, diversi artisti di "anime" - cartoni animati tradizionali nipponici - hanno creato film e cortometraggi in grado di poter spiegare ai più piccoli cosa è successo alla fine della II Guerra mondiale. Alla fine di luglio, e per tutto il mese di agosto, queste opere saranno mostrate in varie aree delle città di Hiroshima e Nagasaki ai bambini dai 5 ai 12 anni.
Uno dei più famosi è "Iwatakunchi no Obachan: Bokuwa Senso Senkenne", che significa "La nonna del mio amico Iwata: non voglio andare in guerra". La storia è basata su un libro per bambini che, attraverso la voce della nonna del protagonista, racconta cosa è successo in quei giorni terribili. Dopo averlo visto insieme a degli amichetti, Nanaka Ue (7 anni) dice al Japan Times: "La guerra è cattiva. Perché? Perché la gente si fa male!".
Saori Hiraoka ha portato sua figlia Kurumi (6 anni) a vedere il cartone animato. Per la donna, è importante che la piccola capisca cosa è successo a Hiroshima e Nagasaki: "Quando ero piccola, mia nonna e tante altre persone parlavano con noi della loro esperienza. È una cosa che nessuno di noi può scordare. Ma ora gli anziani sopravvissuti sono sempre meno, e i miei figli devono sapere".
06/08/2020 09:02
06/08/2019 12:56
06/08/2019 08:55