Giappone, i giovani del Paese contro la legge “militarista” di Abe
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) - Migliaia di giovani giapponesi sono scesi in piazza ieri in oltre 60 città per protestare contro la controversa legge sulla sicurezza nazionale che, “interpretando” l’articolo 9 della Costituzione, abolisce di fatto il pacifismo nel Paese. Ma nonostante la maggioranza della popolazione nipponica si sia di recente espressa contro una riforma in senso “guerriero” della carta fondamentale, il premier Shinzo Abe è determinato a far approvare il cambiamento durante la sessione attuale della Dieta. Tatsuru Uchida, docente di 64 anni, parlando ad una manifestazione a Kyoto, ha affermato che il “Giappone si trova ad un punto di svolta”, perché sempre più sono i giovani a manifestare contro la legge che annulla la tradizione pacifista nel Paese.
Ieri su tutto il territorio nazionale si sono svolte diverse manifestazioni in risposta alla chiamata del gruppo studentesco Students Emergency Action for Liberal Democracy-s (SEALDs). Nella sola capitale circa 6.500 manifestanti hanno sfilato nel famoso distretto commerciale di Shibuya, intonando slogan come “No alla guerra” e “No al cambiamento della legge”.
La legge in questione è il controverso disegno di legge sulla sicurezza nazionale, al vaglio della Camera alta della Dieta. Lo scorso luglio 2014 il governo guidato da Abe - contando su una solida maggioranza - ha rimosso i paletti costituzionali proponendo l’emendamento dell’art. 9 che autorizzerebbe l’esercito ad operare in modo autonomo e aggressivo. Dalla fine della II Guerra mondiale infatti, tale articolo aveva stabilito la “non aggressività” dell’esercito del Giappone, le cui le “Forze di auto-difesa” possono condurre solo operazioni umanitarie negli interventi internazionali.
In maggio la modifica della legge è stata approvata dai partiti del governo e a luglio anche dalla Camera bassa, nonostante le varie voci di protesta. Jinshiro Motoyama, uno studente di 23 anni del SEALDs di Ryukyu, spiega come siano stati i suoi nonni - testimoni delle atrocità secondo confitto mondiale durante l’ultima battaglia di Okinawa - “a insegnarmi il valore inestimabile della vita umana”.