Ghazali, da terrorista a maestro dell’islam moderato: Salviamo i bambini dall’estremismo
Ex membro del Jemaah Islamiah, gruppo jihadista legato ad al Qaeda, l’uomo ha scontato sei anni di prigione per coinvolgimento nell’uccisione di due poliziotti. In carcere la “conversione spirituale”. Uscito di galera, Ghazali fonda una scuola islamica per educare i figli dei terroristi all’islam moderato: “Non voglio che covino vendetta verso lo Stato”.
Jakarta (AsiaNews) – Da terrorista islamico ad educatore e divulgatore dei valori dell’islam moderato: è questa la parabola della vita di Khairul Ghazali, ex membro di gruppi jihadisti indonesiani che ora ha aperto una scuola per accogliere i figli dei terroristi, emarginati dalla società e facile preda dell’integralismo.
Ghazali, 51 anni, è padre di nove figli. La sua partecipazione alle attività terroristiche inizia negli anni ’80 grazie all’influenza di Abdullah Sungkar e Abu Bakar Baasyir, fondatore e membro chiave del Jemaah Islamiah, network jihadista legato ad al Qaeda. Dopo aver adottato il concetto estremista di jihad, il gruppo si trasferisce in Malaysia, dove raccoglie fondi per finanziare campi d’addestramento e preparare diversi attentati in Indonesia.
Ghazali viene arrestato nel 2010 per coinvolgimento nella sparatoria alla banca Cimb Niaga di Medan (nord Sumatra), nella quale vengono uccisi due poliziotti. È durante i sei anni di prigione che il terrorista sperimenta una vera e propria “conversione spirituale”.
Raggiunto al telefono da AsiaNews, Ghazali racconta: “Già durante i primi tre mesi di processo avevo deciso in coscienza di lasciarmi alle spalle i miei errori”. L’uomo si rende conto dello sbaglio commesso nel mettere in pratica la jihad nel suo significato erroneo: “Ero molto preoccupato per aver commesso dei crimini causati da un’interpretazione sbagliata di un concetto. Era questo che volevo cambiare per il resto della mia vita”.
Da qui nasce l’idea di fare qualcosa di buono per gli altri: “In prigione – racconta Ghazali – mi sono reso conto che la vita della mia famiglia era rovinata perché mancava la principale fonte economica. Mi sono accorto che avevo fallito nella mia prima responsabilità di marito e padre. Partendo da questo pensiero ho deciso di lasciarmi alle spalle il passato e di iniziare un nuovo capitolo della mia vita”.
Uscito di prigione, l’ex terrorista decide di costruire un piccolo pesantren (istituto educativo islamico) nella zona di Deli Serdang (attorno a Medan, sua città natale). Lo scopo primario è quello di ospitare i figli dei suoi ex compagni terroristi detenuti: “Ero preoccupato dal fatto che i bambini potessero sviluppare sentimenti di odio verso lo Stato, visto che i loro padri erano stati arrestati, e questo è sempre una cosa difficile da spiegare ai giovani”.
Abbandonati dal genitore ed emarginati dalla società, questi bambini rischiano di diventare facili prede degli integralisti. Per questo, spiega Ghazali, “vado in visita alle famiglie e chiedo alle madri se possono mandare i propri figli al mio pesantren, dove vengono educati e ospitati. Voglio prendermi cura di loro per minimizzare le possibilità che vengano riempiti da sentimenti di vendetta”.
Al momento il pesantren “Darusy Syifa” ospita 32 ragazzi: 20 provenienti da famiglie di ex compagni di Ghazali, e 12 da famiglie povere della zona. Lì, essi vengono educati ai valori dell’islam moderato e alla corretta interpretazione del concetto di “jihad”, che esclude come primo significato la lotta armata contro gli infedeli.
L’attivismo di Khairul Ghazali per la condanna del terrorismo islamico lo ha portato anche a pubblicare diversi libri, fra cui “Aksi Teror Bukan Jihad” (Gli atti di terrore non sono jihad) e “Kabut Jihad” (La nebbia del jihad).