14/11/2024, 12.26
ISRAELE-PALESTINA
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Gerusalemme: bulldozer a Silwan sul 'fronte degli archeologi'

di Giorgio Bernardelli

Nel clima "favorevole" creato dalla guerra, le autorità israeliane hanno demolito ieri il Centro Al Bustan, nel quartiere a ridosso delle Mura di Solimano. Una zona che da anni vorrebbero sgomberare dalle famiglie arabe per espandere le infrastrutture del parco turistico che sta riportando alla luce tutti i reperti dell'antica Gerusalemme ebraica.

Gerusalemme (AsiaNews) - Mentre a Gaza e in Libano si combatte con raid aerei e missili, nel cuore di Gerusalemme - proprio all’ombra delle mura di Solimano - avanza il fronte dei bulldozer. Ieri mattina sono tornati in azione nel quartiere di Silwan, a Gerusalemme Est, per demolire insieme a una casa palestinese un luogo simbolo: il giardino attrezzato per ragazzi divenuto il cuore di Al Bustan, una ong araba che da più di quindici anni lotta contro l’espulsione di decine di famiglie in nome dell’espansione del parco archeologico della "Città di Davide", progetto simbolo dell'identità esclusivamente ebraica di Gerusalemme portata avanti dalla destra nazionalista israeliana.

Silwan - un quartiere arabo di 50mila abitanti che è poi l’antica Siloe di cui parlano anche i vangeli - è infatti al centro da tempo di un durissimo scontro, ben noto alle diplomazie internazionali. Fino al 1967, quando quest’area era ancora sotto la sovranità giordana, la sua fisionomia era ancora prevalentemente quella del giardino a cui fa riferimento il nome arabo. Ma tra gli anni Settanta e Ottanta - quando nella Gerusalemme “unificata”, l’amministrazione israeliana ha bloccato tutti i permessi urbanistici per la costruzione di nuove case nei quartieri arabi - a Silwan è cresciuto “abusivamente” l’attuale quartiere. La situazione è però iniziata a cambiare all’inizio degli anni Duemila, con gli scavi in un’area che - secondo alcuni archeologi - sarebbe quella della prima Gerusalemme, quella del re Davide 3000 anni fa.

Da quel momento questa zona ha cominciato ad attirare l’attenzione dei nazionalisti israeliani, decisi a riportare alla luce tutto ciò che parla di una presenza ebraica precedente al tempo degli arabi. Con il generoso sostegno economico di Sheldon Adelson - magnate americano dei casinò, grande finanziatore di Netanyahu (e oggi attraverso i suoi eredi anche di Donald Trump) - è nato il parco archeologico dell’Ir David (la “Città di Davide” appunto) che è oggi una delle maggiori attrazioni per i turisti ebrei in visita a Gerusalemme.

Affidato in gestione a Elad - una ong vicina agli ambienti dei coloni - ha cominciato a mettere nel mirino le case vicine degli arabi, reclamando in tribunale proprietà ebraiche ai sensi di presenze precedenti alla guerra del 1948. Ma utilizzando lo stesso metro di giudizio anche molti arabi dovrebbero poter reclamare quelle che erano le loro case e che furono costretti a lasciare a causa del conflitto. Nel frattempo a Silwan il parco archeologico ha continuato a crescere nel sottosuolo (con una rete di tunnel archeologici che passano letteralmente sotto le case degli arabi) e con un’opzione anche sul cielo: proprio qui, infatti, dovrebbe avere il suo snodo la cabinovia panoramica, altro contestatissimo progetto turistico che da anni incombe su Gerusalemme.

Non stupisce, allora, che la guerra - con tutte le cautele venute a cadere - sia diventata un’occasione per nuovi colpi di mano in un’area strategica come Silwan. Nel luglio il tribunale distrettuale di Gerusalemme ha dato il via libera allo sgombero di 87 famiglie dalle loro case, per un totale di 680 persone. E, nonostante gli appelli lanciati dall’ufficio dell’Onu per i diritti umani, i bulldozer una alla volta stanno procedendo alle demolizioni. Ieri, quindi, è toccato anche alla casa di di Na'im Roweidi, che nel suo cortile ospitava il Centro Al-Bustan per i ragazzi e la “tenda della solidarietà”, da anni presidio di protesta della comunità locale contro la pretesa di svuotare Silwan dei suoi abitanti.

A protestare per la demolizione ieri è stato anche il Consolato generale della Francia a Gerusalemme, ricordando che il governo di Parigi - insieme a 21 amministrazioni locali francesi - dal 2019 aveva sostenuto il Centro Al Bustan con oltre mezzo milione di euro, per offrire “a più di mille bambini e giovani attività culturali e sportive e un supporto educativo e psicologico essenziale”. Volti e presenze arabe per cui non c’è più posto nei progetti dell’Ir David.

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