30/09/2021, 08.51
ISRAELE - PALESTINA
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Gerusalemme, la polizia israeliana ‘neutralizza’ una 30enne palestinese armata

Gli agenti hanno aperto il fuoco e ucciso l’assalitrice, originaria di Qabatiya, che aveva cercato di colpirli con un coltello. Era da poco uscita dalla Spianata delle moschee. A Burqin le forze di sicurezza hanno ucciso un miliziano della Jihad islamica. Il 28 settembre coloni ebraici hanno attaccato un villaggio palestinese, fra i feriti anche un bambino. 

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - La polizia israeliana ha sparato e ucciso una donna palestinese che, armata di un “oggetto appuntito” simile a un coltello, ha cercato di colpire alcuni agenti in una strada che conduce alla moschea di al-Aqsa, nella Città Vecchia a Gerusalemme. Fonti locali riferiscono di aver udito verso le 6.30 di questa mattina alcuni colpi di arma da fuoco e, poco dopo, aver visto un corpo femminile riverso a terra, poi ricoperto da un lenzuolo. 

Un episodio simile ai tanti avvenuti nel 2016, quando i palestinesi lanciarono la cosiddetta “intifada dei coltelli” con ripetuti attacchi all’arma bianca nei confronti della polizia israeliana. All’origine delle violenze del periodo vi era una serie di provocazioni di ebrei ultra-ortodossi, che erano andati a pregare sulla Spianata delle moschee scatenando la protesta dei musulmani. 

In una nota relativa all’attacco la polizia israeliana conferma di aver “neutralizzato” la donna, che aveva cercato di pugnalare gli agenti con un “oggetto appuntito” (nella foto). Le forze di sicurezza presenti “hanno aperto il fuoco” in direzione dell’assalitrice e “il personale medico arrivato sul luogo” dell’incidente non ha potuto fare altro che “constatarne il decesso”. La donna autrice dell’attacco e la cui identità risulta al momento sconosciuta aveva una trentina di anni, era originaria di Qabatiya (cittadina nel nord della Cisgiordania) ed era da poco uscita dalla Spianata delle moschee - terzo luogo sacro dell’islam - per dirigersi verso il gruppo di agenti. 

L’assalto all’arma bianca è solo l’ultimo episodio di una serie di violenze che si sono verificare negli ultimi giorni nella zona: sempre stamane nel villaggio palestinese di Burqin, la polizia ha ucciso un “terrorista” che aveva aperto il fuoco in direzione degli agenti. Le forze di sicurezza si trovavano nell’area per condurre una operazione che prevedeva “l’arresto di sospetti e la confisca di armi”. Durante l’operazione, spiega una nota, “un terrorista ha sparato verso le forze” di polizia che hanno riposto “neutralizzandolo”. La Jihad islamica palestinese ha affermato che la vittima era un membro dell’ala armata del gruppo. 

Il 28 settembre decine di coloni ebraici hanno attaccato un villaggio di pastori palestinesi nei Territori occupati, lanciando pietre verso le abitazioni e le auto dei residenti, provocando diversi feriti compreso un bambino di pochi anni. Al momento dell’assalto erano presenti alcuni elementi delle Forze di sicurezza israeliane che hanno assistito alla scena senza intervenire, lasciando campo libero agli estremisti ebraici che nel raid hanno anche sgozzato quattro pecore. 

Infine, il 26 settembre in Cisgiordania una sparatoria fra agenti israeliani e membri di Hamas ha provocato la morte di cinque palestinesi. Due i poliziotti israeliani feriti in modo grave, con tutta probabilità da fuoco amico. 

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