Gerico: raid israeliano, cinque vittime. Netanyahu: tunnel sotterranei fra insediamenti
Le forze di sicurezza hanno attaccato questa mattina il campo profughi di Aqabat Jabr. Nel mirino estremisti che avrebbero progettato un “attacco” a un ristorante a fine gennaio, sventato perché un’arma si è inceppata. Il premier israeliano pensa a una rete per “riempire” la Cisgiordania dando “contiguità territoriale” fra i vari insediamenti.
Gerusalemme (AsiaNews) - Ancora violenze fra israeliani e palestinesi, in un “crescendo insensato” come lo hanno definito leader cristiani che non sembra avere fine. Questa mattina le forze di sicurezza con la stella di David hanno ucciso cinque palestinesi durante un raid a Gerico, in Cisgiordania, fra i quali vi sono anche combattenti del movimento estremista Hamas, che domina la Striscia di Gaza. Nel mirino delle squadre speciali dello Stato ebraico, che hanno attaccato nelle prime ore della giornata, il campo profughi di Aqabat Jabr. Secondo una nota dei militari, gli obiettivi colpiti nell’operazione erano implicati in un tentativo di “omicidio di massa” e sono stati “neutralizzati” prima che potessero colpire.
La cellula, secondo le autorità israeliane e lo Shin Bet, sarebbe responsabile di un attacco ad un ristorante. Il 28 gennaio scorso due uomini armati hanno fatto irruzione al ristorante Me Casa nei pressi dell’incrocio di Almog, vicino Gerico, mentre all’interno del locale vi era una trentina di persone. A scongiurare la strage, il fatto che uno delle armi si è inceppata dopo aver esploso il primo colpo, per questo la coppia ha desistito battendo in ritirata. L’Idf (esercito israeliano) ha inoltre aggiunto che gli uomini armati si nascondevano in un appartamento sfruttando le coperture e l’aiuto fornito da vicini e parenti, mentre progettavano di commettere ulteriori attacchi.
Intanto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu annuncia un progetto finalizzato alla costruzione di una rete di tunnel sotterranei ad alto scorrimento, per “riempire” la Cisgiordania e collegare fra loro gli insediamenti ebraici. Secondo quanto riferisce Zman Yisrael, le rotte sono progettate per risolvere i problemi di ingorgo nei grandi centri urbani ma, in questo caso, servirebbero prima di tutto per confutare le affermazioni palestinesi secondo cui i blocchi non hanno “contiguità territoriale”. Per il capo del governo i collegamenti garantiranno migliore sicurezza e protezione contro gli “attacchi palestinesi” favorendo la politica espansionista.
La popolazione formata da coloni ebraici nei Territori occupati in Cisgiordania ha superato quota mezzo milione, un numero definito una “pietra miliare” da gruppi pro-occupazione nella politica di espansione promossa da Israele a scapito dei palestinesi. Un dato che potrebbe però rappresentare solo una tappa, all’interno di una più ampia politica di ulteriore espansionismo; a favorire una crescita “ancora più rapida” della popolazione vi sarebbe infatti il sostegno del nuovo governo al potere nello Stato ebraico, il più a destra di sempre e ultra-nazionalista della storia del Paese.
Al contempo, va ricordato che gli insediamenti sono cresciuti sotto ogni governo israeliano, di qualsiasi ispirazione e bandiera, anche al culmine del processo di pace negli anni ‘90 del secolo scorso. Anche l’ultimo, di breve durata e composto da partiti che sostenevano - almeno in linea di principio - la causa palestinese e la nascita di uno Stato indipendente, hanno continuato a favorire una politica espansionista nei territori. Alle colonie e alle violenze con vittime e attacchi si contano infine anche raid mirato che hanno coinvolto i cristiani, l’ultimo dei quali la scorsa settimana che ha preso di mira la Chiesa della Flagellazione a Gerusalemme.
12/02/2024 10:14