Georgia alle elezioni. La Chiesa ortodossa accusata di intromissione
L’accusa proviene da Salome Zurabishvili, del gruppo dei “sognatori”, con forti accenti patriottici e anti-russi. Il patriarca Ilja II chiede maggiore neutralità ai suoi membri. Timori di ricadute sui rapporti fra patriarcato di Mosca e di Kiev.
Mosca (AsiaNews) - Il prossimo 28 ottobre si terranno le elezioni del presidente della Georgia, e i candidati cercano di tirare la Chiesa ortodossa dalla propria parte. I principali avversari sono Bidzina Ivanishvili, che guida la coalizione attualmente al governo “Il sogno georgiano – una Georgia democratica” (GMDG) e Grigor Bashadze, ex-ministro degli esteri e collaboratore dell’ex-presidente Mikhail Saakashvili, espressione del blocco “Forza nell’unità”, un insieme di liste formatesi intorno al “Movimento Unitario Nazionale” (END). Il terzo incomodo potrebbe essere un’altra donna, Salome Zurabishvili, espressione del movimento dei cosiddetti “sognatori”, alla guida degli esteri prima di Bashadze e già vicina a Saakashvili, poi passata all’opposizione.
Durante la campagna elettorale, la Zurabishvili ha accusato la Chiesa ortodossa locale di aver infranto il concordato con lo Stato, sottoscritto nel 2002 tra il presidente Eduard Shevardnadze e il katolikos (patriarca) Ilja II. Secondo gli accordi, le autorità riconoscono e rispettano i diritti e le proprietà della Chiesa nel Paese, e i membri del clero s’impegnano a mantenersi a distanza dalla politica. La Zurabishvili ritiene che la Chiesa georgiana sia venuta meno ai patti, intervenendo nel dibattito politico in modo pesante. Sul canale televisivo Imedi, la candidata “sognatrice” ha dichiarato: “Com’è possibile che la Chiesa partecipi in modo così sfacciato alla campagna elettorale?”.
Le accuse sono tanto più attuali, in quanto lo stesso patriarca Ilja II le ha sottoscritte, affermando che “purtroppo, alcuni membri del clero hanno rilasciato dichiarazioni di contenuto politico in occasione dell’avvicinarsi delle elezioni, sostenendo in modo molto scorretto l’uno o l’altro candidato. Invito i sacerdoti e i vescovi ad astenersi da queste azioni; la Chiesa è stata e sarà sempre neutrale rispetto alla politica, come forza unificatrice del Paese”.
L’ira del katolikos e della candidata è stata provocata dal comportamento di un membro del Sinodo della Chiesa ortodossa, il metropolita di Chkondidskij Petr (Tsaavi). Questi, il 18 settembre scorso aveva criticato la Zurabishvili durante un’omelia domenicale nella cattedrale della città di Martvili (Zvanetsia settentrionale). Il prelato ha accusato la candidata di scarso patriottismo, essendo nata e cresciuta in Francia, tanto da parlare il georgiano con un forte accento francese. La “sognatrice” ha lavorato in passato al ministero degli esteri di Parigi, e solo quest’anno ha rinunciato alla cittadinanza francese. Il metropolita Petr l’ha paragonata ai missionari francesi del XVIII-XIX secolo, che si recavano in Georgia a fare propaganda del cattolicesimo “ingannando la popolazione georgiana; da allora si usa il termine francesizzante, per indicare in georgiano un comportamento malvagio”.
Da notare che proprio i “sognatori”, il gruppo che sostiene la Zurabishvili, ricorrono maggiormente ad argomenti “patriottici”, paragonando per esempio l’Abkhazia occupata dai russi a una “cancrena” del Paese. La candidata ha promesso che, in caso di elezione, riporterà l’Abkhazia e l’Ossezia del sud all’integrità della sovranità georgiana, non più con le armi della guerra, ma dell’amore verso la patria e del comune benessere di tutta la popolazione del Paese.
Il metropolita Petr si contrappone alla Zurabishvili e favorisce il candidato Bashadze, rappresentante della fazione più anti-russa e aggressiva, secondo la linea dell’ex-presidente Saakashvili. Quest’ultimo si è occupato negli ultimi anni della politica ucraina, rivestendo nel 2015-2016 la carica di governatore della regione di Odessa e partecipando alle azioni contro la Russia nel conflitto degli ultimi anni. Altre posizioni di vari esponenti della Chiesa si sono schierate a favore o contro i vari candidati, creando un clima di confusione tra i fedeli e nella popolazione.
Gli echi del conflitto ucraino, e del conflitto del 2011 con la Russia di Putin in Abkhazia, condizionano in modo pesante la politica georgiana. Per questo, la Chiesa ortodossa di Tbilisi ha tenuto in questi giorni a precisare che, a livello ecclesiastico, i problemi tra Mosca, Kiev e Costantinopoli sono interni a quelle stesse Chiese, cercando di mantenersi al di fuori della polemica. Le elezioni presidenziali potrebbero rendere ancora più complesso il quadro della vita sociale e delle relazioni ecclesiastiche.
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