Genocidio armeno: politici turchi criticano la Ue; contro il papa, mufti minaccia l’uso di Santa Sofia come moschea
Ankara (AsiaNews) – I partiti politici della Turchia – meno uno – hanno diffuso una dichiarazione di condanna contro il parlamento europeo, che ha votato una mozione con cui riconosce il “genocidio” degli armeni alla fine della Prima guerra mondiale. Sullo stesso tema, il mufti di Ankara, Mefail Hızlı, criticando papa Francesco per aver usato la parola “genocidio” riferendosi al massacro degli armeni, ha dichiarato che l’atteggiamento del pontefice “affretterà” la decisione di trasformare in moschea la basilica di Santa Sofia a Istanbul.
Il parlamento europeo ha votato la mozione sul genocidio armeno lo scorso 15 aprile. Essa chiede ad Ankara di riconoscerlo ed esorta Turchia e Armenia ad usare l’occasione del centenario del genocidio per stabilire rapporti diplomatici.
Ieri nel tardo pomeriggio, l’Akp, il partito del presidente Recep Tayyip Erdogan (nazionalista islamico), al potere e i partiti di oposizione Chp (Repubblicano popolare, kemalista) e Mhp (nazionalista di estrema destra) hanno diffuso una dichiarazione congiunta in cui si condanna l’approccio “parziale” del parlamento europeo che “contrasta con le idee di pace, tolleranza, costruzione di un futuro comune” e “previene una ricerca scientifica e imparziale sulla questione”.
Unico partito a non firmare è stato l’Hdp (democratico popolare), che ha giudicato “infantile” la reazione degli altri gruppi e quella di Erdogan nei confronti del papa. L’Hdp auspica che il governo vari “una commissione per la verità e la riconciliazione per affrontare il passato”.
Da parte sua, il mufti di Ankara ha giudicato “troppo spettacolare” la dichiarazione di papa Francesco sul genocidio lo scorso 12 aprile nella basilica di san Pietro.
Secondo Hizli, le parole del papa “riflettono con colori moderni le guerre crociate lanciate per secoli contro questa terra”. “Francamente – ha aggiunto – credo che le note del papa accelereranno il processo per la riapertura di Hagia Sophia per la preghiera islamica”.
Da diverso tempo si rincorrono voci per trasformare la basilica di Santa Sofia in moschea. La basilica, usata come chiesa fino alla caduta di Costantinopoli (1453), è stata poi usata come moschea. Ma nel 1935 le autorità della nuova Turchia l’hanno trasformata in un museo.
Lo scorso 10 aprile, per la prima volta in 85 anni, nella basilica è stato letto in pubblico il Corano in occasione della cerimonia di apertura della mostra dal titolo “Amare il profeta”. La mostra è stata lanciata per celebrare nel 2015 la “Settimana della santa nascita” del profeta Maometto, il cui tema è “Il profeta e l’etica della coesistenza”.