Gen. Fonseka: Il processo è illegale, Rajapaksa vuole imprigionarmi entro due settimane
Colombo (AsiaNews) – Il generale Sarath Fonseka, l’uomo che ha sconfitto le Tigri tamil (Ltte), accusa il presidente Mahinda Rajapaksa e il fratello di aver architettato questo processo illegale contro di lui per toglierlo di mezzo. Afferma di non essere preoccupato per sé, ma per il futuro del Paese.
Lo scorso 13 agosto, la corte marziale l’ha trovato colpevole di ammutinamento e impegno politico mentre era ancora un militare. Per questi motivi, la corte ha richiesto che Fonseka venga privato dei gradi, degli onori e della pensione.
In un’intervista ai media locali, Fonseka commenta il verdetto della corte marziale. Ecco alcuni stralci:
Che cosa pensa della decisione della prima corte marziale contro di lei?
Prima di tutto, ho messo in discussione la validità legale di questa corte fin dall’inizio. È ciò che penso anche ora. Il processo è avvenuto durante le vacanze degli avvocati e delle corti. Ovviamente, tutto questo non è stato fatto in modo imparziale. I miei avvocati sapevano dall’inizio che i responsabili di questa azione legale contro di me stavano facendo di tutto per non giungere a una giusta punizione.
Vogliono completamente cancellare i supremi sacrifici che ho fatto per il Paese e il mio sincero servizio patriottico. Gli Stati stranieri stanno ridendo al sentire degli atti vendicativi, viziosi e ridicoli dei responsabili. Tutto ciò è parte di una campagna contro di me, orchestrata con cura dal presidente e da suo fratello Gotabaya Rajapaksa, il segretario della difesa.
È dispiaciuto di queste azioni?
Non mi interessa se mi spogliano della posizione ufficiale o della mia pensione. La pensione di 50mila rupie al mese non basta a pagare neanche il costo della benzina che ho usato durante i giorni di campagna elettorale. Gotabaya ha affermato con gioia di volermi gettare in mezzo a una strada. Ma sono certo che non ci riuscirà.
Mi sono levato l’uniforme ufficiale solo dopo aver avuto la certezza della mentalità dei Rajapaksa. Poiché sono stato con loro per quattro anni, conosco i loro obiettivi di vendetta. Non mi preoccupa il fatto che potrebbero negarmi diritti e privilegi. Ricordate che nessuno può cancellare il sincero servizio che ho reso a questo Paese e al popolo con una dedizione lontana da ogni tipo di egoismo.
Ciò che mi infastidisce e mi spaventa è questo: se trattano me in questo modo, con quanta crudeltà e ingiustizia si comporteranno con gli altri? Tutti sono spaventati di parlare apertamente contro questi individui. Ministri e funzionari me ne hanno parlato di persona…
Lo scopo di questi personaggi è imprigionarmi entro le prossime due settimane, prima della prossima sessione parlamentare. Hanno già pianificato di privarmi della mia posizione di parlamentare. Certo, questo è quello che mi aspetto. Ma fino a quando questo metodo di legge e di regime dispotico non sarà terminato, non abbandonerò la mia battaglia.