Gaza: attesa la liberazione anche di 23 ostaggi thai con la mediazione di Teheran
Le trattative portate avanti dall’Iran, con un canale diverso rispetto alla tregua con scambio di prigionieri mediata fra Israele e Hamas. Fra le persone sequestrate anche una donna di 35 anni. Il ministero thai degli Esteri accoglie “con favore” le notizie di un rilascio, ma non vi sono ancora conferme ufficiali.
Bangkok (AsiaNews) - Sono ore di attesa e di speranza per la sorte dei cittadini thai sequestrati da Hamas nell’attacco a Israele del 7 ottobre scorso, parte del consistente gruppo di migranti asiatici che costituiscono il “volto dimenticato” degli ostaggi a Gaza. Secondo quanto riferisce il sito pan-arabo con sede a Londra Al-Araby Al-Jadeed, infatti, grazie alla mediazione dell’Iran almeno 23 su un totale di 26 potrebbero essere liberati nelle prossime ore.
Fonti di Bangkok riferiscono che almeno 26 cittadini thailandesi sono detenuti da Hamas, mentre sono 39 quelli uccisi nelle fasi iniziali e concitate dell’attacco terrorista al cuore di israele. Altre tre sarebbero ancora ricoverate in ospedale a oltre un mese e mezzo per le gravi ferite riportate. Prima del 7 ottobre vi erano migliaia di cittadini thai occupati nel settore agricolo in Israele tanto da costituire, come da stessa ammissione del governo israeliano, il “gruppo più numeroso” di persone straniere uccise o disperse negli attacchi di Hamas.
In queste ore il ministero thai degli Esteri ha diffuso una nota in cui “accoglie con favore” l’accordo sul rilascio degli ostaggi “soprattutto donne e bambini” catturati durante le “violenze” in Israele e a Gaza. Si tratta di un “importante passo avanti dopo molte settimane di intensi negoziati” così come “la pausa umanitaria” per assicurasi che gli aiuti raggiungano “chi ne ha bisogno”. La Thailandia, conclude la nota, “ribadisce il suo forte appello” per il rilascio degli ostaggi, fra i quali vi è un nutrito gruppo di concittadini.
La liberazione, ventilata da più parti ma priva al momento di conferme ufficiali, non è legata all’accordo sottoscritto fra Israele e la stessa Hamas, che prevede quattro giorni di tregua nei combattimenti e il rilascio di parte dei prigionieri su entrami i fronti. Secondo una fonte egiziana la questione dei cittadini thai è legata a una trattativa avviata grazie alla mediazione dell’Iran fra il gruppo estremista palestinese e funzionari del governo di Bangkok.
Teheran ha fornito alla controparte thai dettagli sulla condizione dei concittadini sequestrati e pronti per essere rilasciati. Nei giorni scorsi il primo ministro Srettha Thavisin ha dichiarato di sperare che una pausa nei combattimenti possa permettere agli ostaggi thailandesi di lasciare Gaza in sicurezza; la scorsa settimana un alto funzionario governativo ha detto di aver ricevuto “rassicurazioni” da Hamas che 25 dei suoi cittadini tenuti in ostaggio erano “al sicuro” e sarebbero stati liberati entro i prossimi giorni.
Fra gli ostaggi nelle mani di Hamas vi è anche la 35enne Nutthawaree Munkan (nella foto). La donna lavorava in una cittadina al confine con la Striscia, attaccata dai miliziani nell’operazione del 7 ottobre e da allora si trova nelle mani dei sequestratori, sebbene la sua storia sia passata sotto-traccia in queste settimane convulse in cui hanno dominato le cronache gli ostaggi israeliani. Anche il governo thai ha mantenuto un basso profilo e la scomparsa della donna è emersa solo a distanza di qualche tempo dal sequestro grazie a un’inchiesta pubblicata da Channel News Asia. Nell’articolo emerge che la madre non aveva ricevuto alcuna telefonata da parte da parte del governo per essere informata che la figlia si trovava nelle mani dei rapitori. “È già passato un mese. Sono ancora perplessa - aveva dichiarato la 56enne Boonyarin a Cna - su chi possa aiutarmi... Non c'è stata nessuna conferma, nessuna foto. Tutto quello che ho saputo è emerso dai telegiornali".
27/10/2023 13:29