Gaibandha, l’attacco ai cristiani Santal “era premeditato”
Il 6 novembre scorso una disputa sui terreni ha scatenato la violenza della polizia e dei musulmani contro la minoranza tribale. Il bilancio è di due morti, alcuni feriti e dispersi. Le case dei Santal sono state saccheggiate. Vescovo di Dinajpur: “Atto che preoccupa. La nostra gente non esce più di casa per paura. Chiedo giustizia al governo”.
Dhaka (AsiaNews) – L’attacco ai tribali cristiani Santal “era premeditato. Abbiamo avuto informazioni che la polizia e i musulmani locali hanno attaccato i tribali per portare via la loro terra”. Lo afferma Jotirmoy Borua, attivista per i diritti umani, che denuncia le violenze perpetrate il 6 novembre scorso ai danni della minoranza etnica nel distretto di Gaibandha (nord-ovest del Paese), che hanno causato la morte di due cristiani e il ferimento di altri sei.
Quel giorno i cristiani locali, perlopiù cattolici di etnia Santal, si sono scontrati con le forze dell’ordine a causa di una disputa sulla terra. Testimoni raccontano che la polizia aveva mandati d’arresto per 300 Santal, che sono fuggiti per evitare il carcere. Altri si sono difesi con archi e frecce ferendo alcuni agenti. Le case dei tribali sono state perquisite e saccheggiate.
P. Samson Marandy, parroco di Mariampur, racconta che la gente inizia a soffrire la fame per mancanza di cibo. I cristiani non escono di casa per andare al lavoro o a scuola per paura delle ritorsioni dei musulmani.
Il sacerdote spiega il motivo della disputa: “A partire dal 1962 il governo ha comprato 774mila ettari di terra che apparteneva ai Santal, dove si coltivava la canna da zucchero. L’accordo prevede che i campi siano utilizzati solo per questo tipo di coltura. Qualora si pianti un altro tipo di coltivazione i terreni devono tornare nelle mani dei proprietari originari. Nel 2003, il governo locale ha sospeso la produzione di canna da zucchero e quindi i tribali locali chiedono indietro la loro terra”.
Nirmol Rozario, presidente della Bangladesh Christian Association (Bca), ha affermato: “Abbiamo visto la polizia attaccare la minoranza cristiana. Essendo tribali, pensavano che fossero deboli e li hanno colpiti con forza. Condanniamo questo atto indecente e chiediamo un’investigazione”. Ieri la Bca ha organizzato una manifestazione di protesta a Dhaka, cui hanno partecipato più di 200 persone.
Mons. Sebastian Tudu, vescovo di Dinajpur e tribale Santal, ha detto ad AsiaNews: “Sono molto preoccupato a causa dell’incidente, ci sono anche persone disperse. Il nostro popolo vive nella paura e non può uscire di casa per motivi di sicurezza”. Credo, ha aggiunto, “che l’attacco sia stato fatto perché la gente è una minoranza e perché è cristiana. Chiedo che il governo assicuri la sicurezza della nostra gente”.
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