G20: Pechino libera cinque cristiani da mesi in carcere per sovversione
Ji Qingcao, Ji Qingcou, Ou Jinsi, Mei Xueshun e He Lijing erano in cella da aprile per disordine pubblico e ostruzione al governo. In realtà manifestavano contro la demolizione della chiesa di Guankou. Cristiano di Wenzhou: il governo cerca di pacificare l’area in vista del summit delle potenze mondiali.
Pechino (AsiaNews) - Le autorità cinesi hanno liberato in tutta fretta e senza preavviso cinque cristiani, rinchiusi da oltre quattro mesi in carcere; il rilascio è avvenuto il 28 agosto scorso, ma la notizia è filtrata solo in queste ultime ore. Fonti locali, dietro anonimato, riferiscono che dietro la decisione vi potrebbe essere l’imminente summit del G20, in programma a Hangzhou - nella provincia orientale costiera dello Zhejiang - a partire dal 4 settembre prossimo.
Ji Qingcao, Ji Qingcou, Ou Jinsi, Mei Xueshun e He Lijing sono stati arrestati lo scorso aprile per "aver ostruito il lavoro degli organi di governo" e aver "fomentato il disordine pubblico". I cinque erano parte di un gruppo di manifestanti, che si opponevano alla demolizione della chiesa di Guankou nel settembre del 2015.
Secondo quanto riferiscono gli attivisti di China Aid, prima degli arresti dello scorso aprile le autorità avevano già fermato diversi fedeli; a loro carico avevano emesso accuse pretestuose o fasulle per trattenerli in prigione.
Un cristiano di Wenzhou spiega: “Ho la sensazione che il governo stia cercando di pacificare la gente prima del summit”. Del resto, aggiunge, da quando vi è stata l’ufficializzazione del G20 le autorità “hanno iniziato a preoccuparsi, per aver trattenuto troppo a lungo i cristiani. Il governo locale era inquieto per le petizioni promosse dai familiari degli arrestati”, vi era il timore che potessero giungere “pressioni” da funzionari “di rango più elevato”.
Al momento resta in cella un pastore di un’altra chiesa protestante, trattenuto dalle autorità per aver “riunito una folla” con lo scopo di “disturbare l’ordine pubblico”.
Wen Xiaowu, a capo di una chiesa a Rui’an, è stato arrestato assieme alla moglie e al figlio il 15 aprile scorso, dopo aver incontrato alcuni funzionari statunitensi all’intero della rappresentanza diplomatica Usa a Shanghai.
Per la prima volta la Cina si trova ad ospitare un G20, summit del forum creato nel 1999 e che riunisce i 19 Paesi più industrializzati del mondo e l’Unione europea. Fra i leader mondiali attesi per l’evento vi sono il presidente Usa Barack Obama, l’omologo russo Vladimir Putin, il Primo Ministro britannico Theresa May, il premier canadese Justin Trudeau, la cancelliera Angela Merkel e il Primo Ministro del Giappone Shinzo Abe.
Fonti locali rilanciate dalla stampa internazionale parlano di fabbriche chiuse dalle autorità nell’area di Hangzhou, in previsione del G20. Un lavoratore migrante denuncia il sequestro della bombola usata per cucinare, perché non avrebbe soddisfatto - secondo il governo - gli standard di sicurezza. Pene ancor più severe sono previste nei luoghi di maggior attrazione e popolari della città.