24/09/2024, 13.05
HONG KONG
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Fotografò Jimmy Lai in prigione: reporter respinta da Hong Kong anche come turista

A Louise Delmotte, fotografa di nazionalità francese, impiegata di Associated Press, le autorità locali avevano già negato il rinnovo del permesso lavorativo. Lo scorso anno aveva ritratto l'imprenditore cattolico e attivista pro-democrazia in manette. Il Dipartimento di immigrazione - che ora richiede agli operatori di voli di inviare informazioni sui passeggeri in arrivo - non ha dato spiegazioni ufficiali.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) - Alla giornalista francese Louise Delmotte di Associated Press è stato negato anche il visto turistico per entrare a Hong Kong a causa di una foto scattata a Jimmy Lai in manette ad agosto 2023. Si tratta di un’immagine che per la prima volta ha mostrato le condizioni di detenzione dell’imprenditore e attivista pro-democrazia cattolico, trattenuto dal 2020 in un carcere di massima sicurezza con l’accusa di aver violato le leggi imposte da Pechino e tuttora sotto processo.

A inizio anno le autorità locali avevano negato a Delmotte il rinnovo del visto lavorativo. Il 14 settembre la fotogiornalista ha provato a rientrare a Hong Kong come turista, ma, senza spiegazioni, è stata rimandata in Francia poche ore dopo che le era stato impedito l’ingresso. “Louise Delmotte è una giornalista di talento e siamo orgogliosi dell'importante lavoro che ha svolto a Hong Kong per l'Associated Press”, ha affermato l'agenzia di stampa al giornale locale Hong Kong Free Press. “L’AP continua ad avere una presenza a Hong Kong e sta lavorando con Louise sui prossimi obiettivi”, ha aggiunto. Delmotte ha coperto anche l’impatto del caldo estremo sui cittadini meno abbienti e le politiche di lockdown durante la pandemia.

Ai cittadini francesi, come ai viaggiatori provenienti da vari Paesi europei e della regione, è permesso visitare Hong Kong per un massimo di 90 giorni senza visto. Il consolato francese è “in contatto” con le autorità locali riguardo l’episodio, ha aggiunto l’HKFP. Tuttavia, il Dipartimento per l'immigrazione, che da inizio settembre utilizza un nuovo sistema per avere in anticipo informazioni sui passeggeri che stanno per arrivare in città, ieri ha affermato che non avrebbe rilasciato dichiarazioni sui singoli casi, aggiungendo di aver agito nel rispetto delle leggi e delle politiche nella gestione delle varie situazioni.

Anche il chief executive John Lee, durante il briefing settimanale con i media, ha evitato di rispondere alle domande sul caso specifico di Delmotte, affrontando la questione solo dopo che un giornalista ha urlato di nuovo la domanda alla fine dell’incontro. Lee ha risposto dicendo che ogni episodio verrà valutato individualmente in base alle leggi vigenti. “Non lo stiamo facendo in modo diverso da altre giurisdizioni”, ha aggiunto.

Non è la prima volta che Hong Kong nega l’ingresso ai giornalisti o studiosi e attivisti stranieri che si sono esposti su questioni invise a Pechino, tra cui, oltre al movimento pro-democrazia di Hong Kong, anche l’indipendenza del Tibet.

Tuttavia, le restrizioni all’ingresso potrebbero farsi ancora più stringenti dopo che il Dipartimento per l’immigrazione ha implementato un nuovo sistema che richiede a tutti gli operatori di aeromobili di condividere con anticipo i dati sui voli e sui passeggeri diretti a Hong Kong “per evitare che persone indesiderate, compresi potenziali richiedenti soggetti al non respingimento, si imbarchino sui voli diretti a Hong Kong”, avevano commentato le autorità. 

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