Forum sulla sinodalità a Kathmandu: ‘Indigeni non periferia, ma centro della Chiesa’
Rapresentanti laici e religiosi di 13 Paesi e delle comunità indigene dell'Asia si sono riuniti in Nepal in novembre su iniziatica della Fabc. Nella solennità dell'Immacolata diffusa ieri la dichiarazione finale: "Urgente necessità che la Chiesa amplifichi le voci indigene". Dalla loro saggezza risorse socio-culturali e vie per un rapporto con il creato che uniscono "fede e responsabilità umana".
Kathmandu (AsiaNews) - “Celebrare la sinodalità e le tradizioni di vita indigene nella Chiesa in Asia”. È questo il tema del forum tenutosi a Kathmandu dal 10 al 16 novembre 2024, organizzato da diverse organizzazioni e personalità - laici, sacerdoti, religiosi, religiose e vescovi - parte della Rete dei ministeri tra le popolazioni indigene in Asia (NMAIPA). I partecipanti erano rappresentanti di 13 Paesi asiatici* e di un ampio gruppo di comunità indigene** riuniti dalla Federazione delle Conferenze episcopali dell'Asia (Fabc). Ieri, 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, è stato diffusa la dichiarazione finale. “Abbiamo deciso di continuare a percorrere il cammino di una Chiesa sinodale con una speciale attenzione per i popoli indigeni, con rinnovata speranza e determinazione a celebrare e salvaguardare le tradizioni viventi indigene all'interno delle Chiese locali in Asia”, si legge nel testo.
Dal forum svoltosi in Nepal è emersa la necessità di dare continuità alla riflessione che ha portato all’istituzione della rete ROOTS - Catholic Network Among Indigenous Peoples of Asia. “Intende riunire istituzioni e persone interessate a lavorare per il benessere delle popolazioni indigene per approfondire lo studio, la riflessione teologica e pastorale e l'azione concertata”, afferma p. George Plathottam a nome del comitato organizzatore. “La rete sta attualmente elaborando un piano d'azione, che comprende la realizzazione di corsi di formazione per leader innovativi”. I partecipanti al Forum sulla sinodalità e le tradizioni indigene sono stati divisi in quattro gruppi di studio “per continuare a studiare e riflettere sulle principali questioni che riguardano i popoli indigeni dell’Asia”, continua Plathottam.
L’evento è stato l’occasione per celebrare la “saggezza indigena”, composta da antiche pratiche legate ai valori della condivisione, accoglienza, corresponsabilità e guarigione. “Riconosciamo la loro ricca eredità culturale nel continuo viaggio di negoziazione, resistenza e liberazione da tutte le forme di discriminazione ed emarginazione, genocidio e violenza nella società, causate da classe e casta”, si afferma nel documento. Solo riconoscendo queste lotte e le tradizioni indigene si può camminare verso il futuro, guidati dalla Parola di Dio e dal potere trasformativo dello Spirito Santo, “in risposta alla chiamata della Chiesa alla sinodalità che sottolinea l'importanza dell'inclusione e del discernimento” che è stata al centro del Sinodo di ottobre a Roma.
Ma perché celebrare insieme la sinodalità e le tradizioni indigene nelle Chiese in Asia? "Abbiamo riconosciuto il fatto che mentre il 63% dei cristiani nel mondo e il 73% dei cristiani asiatici sono indigeni, il volto della Chiesa, sia in Asia sia a livello globale, deve ancora diventare indigeno - continua la dichiarazione -. È imperativo riconoscere che i popoli indigeni non sono alla periferia, ma al centro della Chiesa”. Infatti, le pratiche e le tradizioni delle popolazioni sono molto aderenti con i popoli presenti nelle Scritture, che fanno propri “gli elementi fondamentali della terra, della discendenza e dell’alleanza”. Infatti, anche per le tribù nella Bibbia la terra rappresenta un tema centrale dell’identità. "Questo legame si riflette ulteriormente nell'alleanza di Dio con Noè (Gen 8,20-9,17) che, come le tradizioni indigene, si estende oltre l'umanità per abbracciare tutto il Creato”, continua ancora la dichiarazione finale del Forum.
Sono caratteristiche che devono interrogare anche sul rapporto tra la Chiesa in Asia e le tradizioni indigene, che sino ai nostri giorni è costellato di “fallimenti collettivi nel rispondere prontamente e in modo spontaneo alle lotte delle comunità indigene”. “Rimane l'urgente necessità che la Chiesa amplifichi le voci indigene, impari dalle loro risorse socio-culturali, dalla loro antica saggezza, dai mezzi di comunicazione popolari, dai sistemi di guarigione”, viene sottolineato. E ancora: “I sistemi di governo indigeni, che praticano naturalmente la sinodalità, offrono preziose indicazioni sul discernimento comunitario attraverso il consenso e la leadership condivisa”.
Con questa attenzione, e con l’ispirazione proveniente dall’enciclica Laudato Si’, i partecipanti al Forum di Kathmandu lanciano un invito: che la Chiesa, le parrocchie e le diocesi si impegnino per “promuovere la tutela dell'ambiente, sostenendo politiche che riconoscano i territori indigeni come spazi sacri vitali per la conservazione e la promozione della biodiversità e del benessere”. Adottando “pratiche che riflettano il legame tra fede, creazione e responsabilità umana”.
Nel cammino sinodale avviato in Asia con questa speciale attenzione viene anche incoraggiato l’apporto “vitale” delle donne. “Nelle comunità indigene dell'Asia, sono riconosciute come custodi delle tradizioni e guardiane delle culture, che svolgono un ruolo fondamentale”, recita il documento. “Il loro contributo è indispensabile alla missione della Chiesa ed è essenziale che le loro voci siano ascoltate e la loro partecipazione sia pienamente riconosciuta”. Allo stesso modo, anche il contributo dei giovani, paragonati a “giovani alberelli in una foresta" e dei laici che “nelle comunità cattoliche indigene in Asia svolgono un ruolo cruciale nella vita e nella missione della Chiesa”.
Infine, nel Forum “Celebrare la sinodalità e le tradizioni di vita indigene nella Chiesa in Asia” sono state redatte delle raccomandazioni, raccolte in tre gruppi: “La sinodalità come stile di vita naturale nelle culture indigene: rete e comunicazione”, “Percorsi di evangelizzazione, catechesi, liturgia e ricerca” e “Questioni da affrontare”. Una lista di attenzioni da avere per abbracciare la “saggezza ancestrale” (cfr. Querida Amazonia) delle culture indigene mentre ci si impegna a costruire una Chiesa e un mondo che riflettano il regno di Dio “godendo della pienezza della vita, con giustizia, rispetto e umanità condivisa”.
* Bangladesh, Cambogia, India, Indonesia, Malesia, Myanmar, Nepal, Pakistan, Filippine, Corea del Sud, Thailandia, Timor Est e Vietnam.
** Ahka, Ati, Ayta, Dusun Bundu, Fataluku, Gurung, Hmong, Jarai, Kadazan, Kasi, Kayan, Kharias, Mao, Oraon, Paskari, Pulangiyēn, Santal, Subanen, Tamang, Tangkhul e Tetum.
23/10/2023 15:46