Folla a Qom grida “Morte a Khamenei”, in ricordo di Montazeri
Nonostante rigidi controlli e posti di blocco, un gruppo di persone si è radunata a 40 giorni dalla morte dell’ayatollah defunto. Non si placa la pressione dell’Onda verde, anche se aumenta la repressione.
Qom (AsiaNews) – Una folla di persone nella città santa di Qom in Iran si è riunita ieri sera per commemorare il quarantesimo giorno della morte dell’ayatollah Hossein Ali Montazeri. I manifestanti hanno sfilato per via Saheli al grido di “Morte al dittatore, morte a Khamenei, Dio benedica Montazeri”, lo slogan che da mesi si sente anche per le strade di Teheran dove vanno avanti le proteste dell’Onda Verde contro il regime. Non ci sono notizie di scontri anche perché la repressione stavolta è stata preventiva.
Per paura che l’appuntamento diventasse occasione di massicce proteste, le forze di sicurezza hanno infatti cercato di limitare gli ingressi a Qom nei giorni precedenti la commemorazione: testimoni raccontano di rigidi controlli sulle strade che portano in città con posti di blocco e agenti che chiedevano i documenti a tutti i pellegrini in circolazione.
Ma le azioni di controllo non si sono limitate all’esterno. Il regime aveva aumentato da giorni la presenza dei suoi uomini a Qom, creando un’atmosfera di terrore e intimidazione. Gli agenti del ministero dell’Intelligence e della Sicurezza hanno cordonato la casa di Montazeri per impedire a chiunque di avvicinarsi. Intensificate le misure di sicurezza anche a Isfahan, dove sono stati dispiegati agenti armati anche sui tetti.
Montazeri (v.foto), morto a 87 anni, era uno dei religiosi iraniani più critici del regime, ex successore designato dell'ayatollah Ruhollah Khomeini alla guida della Repubblica islamica. Dopo le contestate elezioni del giugno scorso, che hanno confermato alla presidenza Mahmoud Ahmadinejad, Montazeri ha preso decisamente posizione al fianco del cosiddetto 'movimento verde' di protesta, guidato dall'ex candidato moderato Mir Hossein Moussavi e dal riformista Mehdi Karrubi. Cerimonie di commemorazione si sono svolte, tra giovedì e venerdì, anche nella città natale di Montazeri, Najaf-Abad. Anche qui, sempre sotto rigidi controlli.
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