Finalmente operativo il tribunale che giudicherà i Khmer rossi
Dopo mesi di discussioni è stato approvato oggi il regolamento interno. Sotto processo dovrebbero andare i responsabili del movimento maoista che tra il 1975 ed il 1979 ha ucciso due milioni di persone. Ma Pol Pot è morto ed in prigione c’è un solo imputato.
Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – E’ finalmente in grado di operare il tribunale che deve giudicare i Khmer rossi responsabili del genocidio compiuto in Cambogia tra il 1975 ed il 1979. Oggi i magistrati cambogiani ed internazionali che compongono il tribunale hanno infatti approvato il regolamento interno dell’organismo, ponendo fine a discussioni andate avanti dal novembre scorso, a volte dai toni aspri, che hanno fatto mettere in dubbio la volontà cambogiana di rendere operativo il tribunale.
L’organismo che dovrebbe valutare le responsabilità dello sterminio di circa due milioni di persone da parte del regime maoista di Pol Pot è stato istituito l’anno scorso, dopo otto anni di trattative tra Phnom Penh e le Nazioni Unite. Nel frattempo Pol Pot è morto - nel 1998 - ed un altro dei massimi responsabili, Ta Mok, lo ha seguito nel 2006. Al momento un solo responsabile maoista è in prigione: Kang Khek, più noto col nome di battaglia Duch, capo di uno speciale reparto della polizia segreta, arrestato nel 1999. Duch ha confessato di aver ordinato la tortura e l’uccisione di circa 15mila persone, compresi alcuni bambini, figli di “spie”. Gli altri capi dei Khmer rossi ancora viventi circolano liberamente nel Paese o si sono trasferiti all’estero.
L’approvazione del regolamento interno e la volontà espressa oggi dai 29 magistrati che compongono il tribunale di “portare a compimento le procedure nel miglior tempo possibile” non fanno comunque ritenere possibile l’apertura del primo processo prima dell’anno prossimo.
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