Filippine, sale a 120 morti il bilancio del tifone Haiyan. La Chiesa pronta ad inviare aiuti
Manila (AsiaNews) - Sale a 120 morti il bilancio del tifone Haiyan, che nei giorni scorsi si è abbattuto sulle Filippine centrali con venti superiori ai 200 km/h ed è ora diretto verso il Vietnam. Secondo il governo filippino, decine di villaggi sono ancora isolati e il numero delle vittime potrebbe aumentare nelle prossime ore. Questa mattina i soccorsi hanno individuato oltre 100 morti nella sola città di Tacloban, capoluogo della provincia di Leyte, la più colpita dal tifone insieme a Cebu. Altri 20 corpi sono stati invece recuperati in un villaggio a pochi chilometri dal centro abitato, ammucchiati in una chiesa.
Intervistato da AsiaNews, p. Giovanni Re, superiore regionale del Pontificio istituto missioni estere (Pime), sottolinea che "la maggior parte delle aree colpite dal tifone è senza corrente elettrica, telefoni e acqua potabile". Il sacerdote spiega che nei prossimi giorni il Pime collaborerà con la Caritas e le diocesi locali per raccogliere aiuti da destinare agli sfollati, molti dei quali già colpiti dal sisma di magnitudo 7,2 avvenuto lo scorso 15 ottobre nella provincia di Cebu. "Al momento - aggiunge p. Re - è prematuro stabilire delle strategie di soccorso. Le autorità devono ancora definire la reale entità della tragedia". Domani nelle parrocchie inizierà una prima campagna di solidarietà in favore delle vittime.
Il supertifone Haiyan ha raggiunto ieri il centro delle Filippine, con venti superiori ai 235 km/h e raffiche che hanno toccato punte di quasi 300 km/h, colpendo oltre 30 province. Secondo i meteorologi Haiyan, ribattezzato Yolanda dai filippini, è il 25mo tifone del 2013 ed è il più potente ad aver attraversato la terra ferma. Nelle prossime ore esso raggiungerà le coste meridionali del Vietnam, dove le autorità hanno già predisposto l'evacuazione di oltre 100mila persone e chiuso scuole ed uffici pubblici. (S.C.)