Filippine, Settimana Santa e Ramadan: il dialogo di Silsilah
Quest'anno il mese sacro dei musulmani si intreccia con la celebrazione della Pasqua delle Chiese cristiane. Dall'isola di Mindanao il messaggio del movimento che dal 1984 porta avanti il dialogo islamo-cristiano in un contesto gravemente segnato dalla violenza: "Il vero dialogo nasce dal rispetto delle differenze tra noi".
Zamboanga (AsiaNews) - Quest'anno il tempo del Ramadan, il mese sacro dei musulmani iniziato la scorsa settimana, si intreccia con le celebrazioni cristiane della Pasqua. E proprio al tema della "condivisione di gioie e dolori" fa riferimento anche il messaggio che - come ogni anno - il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha rivolto al mondo islamico in occasione del Ramadan e della festa dell'Id al Fitr che ai primi di maggio lo concluderà.
" La condivisione - scrivono il presidente del Pontificio Consiglio, il cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot e il segretario mons. Indunil Kodithuwakku Janakaratne Kankanamalage - non si limita ai beni materiali, ma è soprattutto condivisione delle gioie e dei dolori reciproci, che fanno parte di ogni vita umana. Vi è anche una gioia particolare per i credenti: la celebrazione delle principali feste religiose. Quando facciamo visita ai nostri amici e vicini di altre religioni o ci congratuliamo con loro in queste occasioni, condividiamo la loro gioia per la celebrazione della loro festa senza dover fare nostra la dimensione religiosa dell'occasione celebrata. La nostra speranza, cari fratelli e sorelle musulmani, è che continuiamo a condividere gioie e dolori dei nostri vicini e amici, perché l’amore di Dio abbraccia ogni persona e l’universo intero".
In questo spirito si inserisce anche la riflessione che pubblichiamo qui sotto, diffusa in occasione del Ramadan dal movimento per il dialogo islamo-cristiano Silsilah, fondato nel 1984 da p. Sebastiano D'Ambra, missionario del Pime, nel delicato contesto dell'isola filippina di Mindanao. Un contesto dove le tensioni tra le comunità religiose e il radicalismo islamico sono una ferita ancora aperta, ma dove nella vita quotidiana da ormai quasi quarant'anni Silsilah continua a seminare parole e gesti concreti di incontro tra cristiani e musulmani.
Quest'anno il mese di Ramadan coincide nelle Filippine con il periodo della campagna elettorale nazionale e locale e con l'allarmante tempo di guerra in Ucraina e in altre parti del mondo.
Il Ramadan è un periodo speciale di digiuno per un itinerario di purificazione con alcuni obblighi come il digiuno dal mangiare e dal bere durante il giorno, la preghiera e la carità. È davvero una grande lezione per tutti noi dedicare più tempo a un itinerario di purificazione che nell'islam è identificato come il "grande jihad" (lotta interiore e purificazione del cuore).
Insieme, come parte della stessa famiglia umana, siamo chiamati a rispondere ai segni dei tempi che ci invitano a superare le divisioni e i conflitti costruiti lungo i secoli. Oggi siamo chiamati a rispettarci reciprocamente anche se apparteniamo a religioni e culture diverse.
C'è una tendenza a costruire il dialogo e la pace sulla base delle somiglianze, soprattutto tra cristiani e musulmani. Sì, abbiamo qualcosa in comune, ma, il vero dialogo si basa anche sul rispetto delle differenze di fede e sulla promozione della nostra fede con la testimonianza di vita rispettando la fede degli altri. C'è chi cerca di ignorare le differenze e cerca di creare confusione in coloro che non conoscono bene le differenze tra le due religioni e di convertire i membri di una religione all'altra.
È tempo per tutti noi di approfondire la nostra fede, capire la nostra identità e amare la nostra fede, rispettando allo stesso tempo la fede degli altri. Così, siamo chiamati a interiorizzare di più la parte essenziale della nostra fede e ad essere aperti al dialogo accettando anche le differenze. Questo è il vero dialogo che Silsilah promuove.
Come movimento pioniere del dialogo a Mindanao e nelle Filippine impegnato in questa missione dal 1984, noi di Silsilah siamo felici per i molti gruppi e istituzioni emergenti impegnati nel dialogo, nell'armonia e nella pace. Con il crescente bisogno di dialogo, promuoviamo insieme iniziative di pace. In questo contesto continuiamo a costruire insieme una Cultura del Dialogo basata sui quattro pilastri del dialogo: Dialogo con Dio, Dialogo con sé stessi, Dialogo con gli altri e Dialogo con il Creato.
Per noi, questo cammino di dialogo deve essere un cammino di spiritualità che ci chiama a seguire e vivere la nostra fede. Guidati da questo spirito cerchiamo di invitare molte persone a considerare l'importanza della cultura del dialogo che deve raggiungere il livello della spiritualità per arrivare insieme ad una visione di pace.
Siamo felici che gradualmente in molti settori dell'istruzione e nella società si stia aumentando il bisogno di spiritualità. Con questa visione del cammino spirituale continuiamo ad invitare tutti a costruire la "Fraternità umana". Su questa base possiamo costruire una base più solida per qualsiasi sforzo di pace e iniziativa per il bene comune. Infatti, "a pace del cuore è il cuore della pace".
Questo è il nostro augurio per la Ummah musulmana in questo tempo di Ramadan. Speriamo anche che i musulmani si alzino e levino la voce contro quanti usano l'Islam per interessi personali. Questo aiuterà a creare un migliore spirito di amicizia e di fiducia. Non possiamo permettere che il terrorismo e la violenza continuino ad agire in nome della religione. Questa è sempre la tentazione, anche per le altre religioni oggi. I cattolici in passato sono passati attraverso questa fase.
In questo periodo di Ramadan le iniziative di solidarietà tra cristiani e musulmani nelle Filippine e in altre parti del mondo passano attraverso tante condivisioni di amicizia e solidarietà. Questo è un buon segno di speranza.
Da parte nostra, come Silsilah Dialogue Movement, stiamo promuovendo diverse iniziative a Mindanao, nella zona di Manila e in altri gruppi e istituzioni.
Possa il Dio della pace ispirare tutti noi a vedere i volti degli altri come nostri fratelli e sorelle. Questo è possibile anche riaffermando la nostra identità religiosa e rimanendo impegnati nella nostra fede. Auguriamo a tutti di vivere e testimoniare la nostra fede come cristiani, musulmani o seguaci di altre religioni e di essere segni di speranza nella società di oggi.
10/07/2017 12:53