Falliti i negoziati Onu di Ginevra, Riyadh rilancia l’offensiva anti-Houthi a Hudaydah
La coalizione araba a guida saudita ha conquistato la principale via di comunicazione che collega la città portuale alla capitale. Uccisi due capi militari delle milizie ribelli sciite, che sono pronte a combattere “sino alla morte”. Madrid vende 400 bombe di precisione a Riyadh per un valore di 10 milioni di euro. Vendono armi ai sauditi anche Usa, Gran Bretagna, Germania, Italia.
Sana’a (AsiaNews/Agenzie) - A pochi giorni dal sostanziale fallimento dei colloqui di pace Onu sullo Yemen in calendario a Ginevra sotto l’egida delle Nazioni Unite, la coalizione araba a guida saudita ha intensificato l’offensiva contro i ribelli sciiti Houthi. Nel mirino di Riyadh e dei suoi alleati la città costiera di Hudaydah, nella zona orientale del Paese, punto strategico per il passaggio di merci e persone.
Ieri fonti vicine alle forze filogovernative hanno annunciato la riconquista della principale via di comunicazione che collega la città portuale alla capitale, Sana’a, entrambe ancora oggi controllate dagli Houthi. Il controllo di questa arteria strategica per il Paese blocca di fatto i collegamenti e la fonte di approvvigionamento di scorte e armamenti per i ribelli sciiti.
A questo si aggiunge l’uccisione di due loro capi, che guidavano le truppe ribelli di stanza nella zona. Si tratta del generale Mohammed Abdel Salam Saleh Atif, capo della brigata 140, del generale Ali Salah Mohammed al Qiri, capo della brigata 190 di difesa aerea, a sud della città.
In questi ultimi giorni i sauditi e gli Emirati hanno deciso di aumentare la pressione militare sui ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, in seguito al continuo fallimento della diplomazia internazionale e dei colloqui di pace Onu. L’ultimo, in programma la scorsa settimana, è fallito ancor prima di iniziare a causa della mancata presenza della delegazione sciita, che aveva posto all’ultimo minuto ulteriori condizioni per la partecipazione.
Da qui la scelta di Riyadh di inasprire l’offensiva su Hudaydah, ritenuta di importanza strategica per la presenza di uno dei principali porti del Paese. Tuttavia, i ribelli Houthi non sembrano intenzionati a cedere e, secondo alcune fonti dell’area, “sono pronti a combattere sino alla morte, se servirà”.
La portata del conflitto nello Yemen è confermata dalle cifre: 20 milioni di persone dipendono da aiuti umanitari; 17,8 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare; 16,4 milioni di persone non hanno accesso alla sanità.
Secondo un bilancio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dal 2015, data di inizio della guerra, si sono già registrati circa 10mila morti e 55mila feriti. La coalizione araba a guida saudita sarebbe responsabile del 51% dei decessi fra i civili, tra i quali vi sono anche bambini.
Intanto la Spagna ha ufficializzato, dopo una serie di conferme e smentite, la vendita di almeno 400 bombe di precisione all’Arabia Saudita per un valore complessivo di quasi 10 milioni di euro. Per Madrid era necessario “onorare il contratto”, mettendo da parte dubbi e incertezze legate alle violenze saudite contro i civili in Yemen. Inoltre, in caso di cancellazione Riyadh avrebbe risposto con l’annullamento del contratto che prevedeva la realizzazione di cinque corvette per un valore di 1,8 miliardi di euro, da costruire presso i cantieri navali Navantia in Andalusia, bastione socialista.
Del resto la Spagna non è l’unico Paese a vendere armi ai sauditi. In base all’indice Tiv che valuta il volume di commercio degli armamenti vi sono in prima fila Stati Uniti (5221 secondo l’indice Tiv), Regno Unito (1279), Italia (137), Germania (118), Francia (117) e Turchia (52).
27/06/2018 09:01
19/09/2018 08:49