Faisalabad, musulmani chiedono perdono per un attacco ai cristiani
Il 19 agosto scorso, per futili motivi un gruppo di islamici ha fatto irruzione nel quartiere cristiano “Khusal Town” della città, picchiando i residenti e mandandone quattro all’ospedale. Dopo due settimane di incontri e trattative, le due comunità si sono riconciliate. Attivista per i diritti umani: “È la prima volta che accade qualcosa del genere nella città”.
Faisalabad (AsiaNews) – Si è risolto con le scuse della comunità musulmana l’episodio di violenza che ha visto coinvolti i cristiani del quartiere “Khushal Town” di Faisalabad, che due settimane fa sono stati assaliti da un gruppo di musulmani. Dopo una serie di incontri e trattative, le due comunità si sono riconciliate.
Il 19 agosto scorso Adnan Masih, operaio cristiano di 22 anni, ha colpito per sbaglio un musulmano mentre viaggiava in moto. La vittima è il cognato di un influente leader musulmano locale, Muhammad Umer Hayat. Nonostante le ripetute scuse del ragazzo cristiano, l’islamico ha iniziato a picchiarlo insieme ad altre persone, per poi fare irruzione nel quartiere cristiano e attaccare i residenti. Almeno quattro persone sono state trasportate in ospedale. Adnan ha subito fratture e 16 punti di sutura alle ferite.
Tre giorni dopo l’accaduto, il 22 agosto, alcuni leader cristiani insieme a Robin Daniel (attivista per i diritti umani) e George Clement (ex parlamentare), si sono recati alla centrale di polizia per denunciare l’attacco e chiedere protezione per i cristiani.
Il 26 agosto i capi delle comunità cristiana delle colonie vicine a “Khushal Town” si sono riuniti in assemblea per deliberare sul caso. In quell’occasione hanno istituito due commissioni legali e hanno deciso che tutta la comunità avrebbe incontrato il funzionario della polizia speciale alla centrale, per chiedere di mettere in pratica il codice penale sugli attacchi di massa e sulla violazione di proprietà privata con intenti criminali.
Il 28 agosto è giunto in visita a Faisalbad Kahlil Tahir Sandhu, ministro provinciale per i Diritti umani e le minoranze. I leader della comunità lo hanno reso partecipe del clima di tensione fra i musulmani e i cristiani a “Kushal Town”. Il ministro si è espresso a favore di una normalizzazione dei rapporti e quella sera i vertici delle due comunità religiose si sono riuniti.
I cristiani hanno messo in guardia i musulmani, dicendo che ora i cattolici sono meglio preparati per rispondere a episodi come quelli di Shanti Nagar, Gojra e Sanglahill. La comunità internazionale, hanno detto, può essere allertata in pochi minuti e il Pakistan si è impegnato a proteggere le minoranze secondo i dettami dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr).
Due giorni dopo questo incontro, ieri 30 agosto, musulmani e cristiani si sono riuniti per finalizzare gli accordi di pace alla presenza dei notabili della città e di testimoni. I colpevoli dell’attacco hanno chiesto perdono in pubblico e otto leader musulmani hanno garantito la durata della riconciliazione. Le vittime cristiane hanno accettato le scuse e oggi i documenti ufficiali sono stati consegnati alla commissione preposta.
Parlando ad AsiaNews Robin Daniel, presidente dell’Alleanza per le minoranze del Pakistan, definisce straordinario il risultato delle trattative: “È la prima volta nella storia della città – dice – che 60 musulmani si scusano in pubblico per i loro atti violenti e promettono di non offendere nemmeno a parole i cristiani che vivono in modo pacifico. Ringrazio tutti i leader cristiani che ci hanno sostenuto in questo percorso di riconciliazione”.
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