Faisalabad, giovane cristiana sequestrata per matrimonio forzato
Aleeza Naeem manca da casa dal 13 marzo scorso. Figlia unica, sarebbe stata rapita da tre musulmani mentre andava a lezione. I familiari hanno presentato denuncia, invano. Come in molti casi di appartenenti alle minoranze è stata rapita per essere convertita a forza all’islam e data in sposa. L’appello al governo per una legge.
Faisalabad (AsiaNews) - Attivisti e ong come Human Right Focus Pakistan (Hrfp) si appellano al governo, per chiedere informazioni sulla sorte di alcune ragazzine cristiane sequestrate da tempo, il più alle volte per essere date in spose a musulmani contro la loro volontà. A destare particolare preoccupazione, in questo caso, la vicenda della giovane Aleeza Naeem (nella foto) scomparsa da oltre due mesi dalla propria abitazione, senza alcun intervento della polizia o della magistratura per perseguire i responsabili del rapimento.
Il 13 marzo scorso Aleeza, 19enne studentessa di Faisalabad, è stata sequestrata da un musulmano di nome Muhammad Rashid mentre stava andando a lezione; al sequestro hanno partecipato due complici, Muhammad Hassan e Muhammad Sarwar. Il giorno stesso il padre della ragazza, Naeem Akhtar Masih, si è rivolto alla polizia per denunciare la sua scomparsa. Gli agenti hanno aperto un fascicolo a carico di ignoti e, il giorno successivo, hanno aperto un’inchiesta (il First Information Report), riconoscendo in Muhammad Rashid il principale indiziato.
Fra le prove il fatto che il telefono cellulare appartenente alla ragazza sarebbe stato usato dal suo sequestratore nei giorni successivi, grazie al tracciamento della SIM card effettuato dalla polizia postale. Tuttavia, nelle settimane successive nulla è stato fatto per restituire la ragazza ai familiari.
“Aleeza Naeem è figlia unica, nata dopo numerose preghiere di tutta la famiglia” racconta la madre Fazeelat Bibi ed è anche “la sola ragione di vita di noi genitori”. Il padre aggiunge di voler fare di tutto per “strapparla dalle mani dei suoi rapitori” e salvarla da “una schiavitù sessuale” frutto di un “matrimonio e una conversione forzata”.
Della vicenda se ne sta occupando da qualche tempo Human Rights Focus Pakistan, che ha incontrato più volte i parenti della giovane cristiana e seguito l’inchiesta e l’iter processuale. Interpellato da AsiaNews il presidente Naveed Walter conferma che essa si inquadra nel novero dei casi di sequestro, conversione e nozze forzate di giovani appartenenti alle minoranze religiose. Egli aggiunge che la denuncia è la sola via per promuovere un iter giudiziario ma polizia, istituzioni e giudici mostrano spesso “un comportamento discriminatorio”. Sono trascorse diverse settimane, conclude, ma “i colpevoli sono ancora in libertà. Vogliamo restituire la ragazza alla famiglia e mandare i responsabili dietro le sbarre”, mentre sullo sfondo resta un disegno di legge, sul tavolo del nuovo governo, contro le conversioni forzate.