17/11/2017, 10.27
CINA-VATICANO
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E’ morto mons. Luca Li Jingfeng. Il ricordo di un giovane cattolico

di Piccolo agnello del Signore

Era forse l’unico vescovo non iscritto all’Associazione patriottica, pur essendo riconosciuto dal governo. Nel 2005 era stato invitato al Sinodo sull’eucarestia, ma il governo non gli ha permesso di parteciparvi. Ha passato oltre 20 anni ai campi di lavoro forzato. L’apprezzamento per la Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi. Dall’inizio dell’anno la sua salute era andata sempre più peggiorando. I funerali si terranno il 25 novembre.

Fengxiang (AsiaNews) – Mons. Luca Li Jingfeng, vescovo di Fengxiang (Shaanxi) è morto stamane alle 7.20 all’età di 95 anni. Era malato da diverso tempo. Mons. Li era famoso in Cina perché unico vescovo della comunità sotterranea passato alla Chiesa ufficiale senza sottoscrivere l’adesione all’Associazione patriottica. Era famoso anche in Vaticano: nel 2005 egli – insieme ad altri tre prelati - era stato invitato a partecipare al Sinodo sull’eucaristia. Il governo non gli ha dato il permesso di lasciare la Cina. In occasione del Sinodo del 2012 sulla nuova evangelizzazione, egli ha scritto ai padri radunati al Sinodo, raccontando la fede dei cattolici cinesi che avrebbe “consolato il papa” perché “la nostra Chiesa è fedele malgrado 50 anni di persecuzione”.

Mons. Li è nato nel 1922 nella contea di Gaoling (Shaanxi) da una famiglia profondamente cattolica. Degli otto figli di cui era composta, tutti meno uno si sono dedicati alla vita religiosa. È divenuto sacerdote nel 1947 ed ha assunto vari compiti nella diocesi. Nel 1959 è stato arrestato e condannato ai lavori forzati, da cui è stato liberato solo nel 1980. Il 25 aprile dello stesso anno è stato consacrato vescovo ausiliare di Fengxiang da mons. Zhou Weidao. Nel 1983 è divenuto vescovo ordinario di Fengxiang.

Fino al 2004 la sua era forse l'unica diocesi della Cina Popolare dove esisteva soltanto la Chiesa non ufficiale, non riconosciuta dal governo. Nell'estate del 2001 a Fengxiang è stato aperto un Ufficio per gli Affari Religiosi, con lo scopo di registrare i cattolici nella Chiesa ufficiale e farli iscrivere tutti alla Associazione Patriottica (Ap). Nel novembre del 2001 la diocesi è stata oggetto di una dura repressione da parte delle autorità cinesi, che hanno ordinato "rastrellamenti" in conventi e parrocchie della zona. Anche mons. Li è scomparso per alcune settimane per essere indottrinato sui regolamenti cinesi riguardanti le attività religiose. Nel 2004 il vescovo ha ottenuto di essere riconosciuto dal governo come vescovo ufficiale, ma senza l’obbligo di iscriversi all’Ap.

Rimane memorabile il suo commento alla Lettera ai cattolici cinesi, scritta da Benedetto XVI nel 2007, che egli reputava importante per i cattolici, spinti ad essere più uniti, e per il governo, che poteva comprendere di più le ragioni della Chiesa cattolica.

Da due anni la diocesi ha un nuovo vescovo, mons. Pietro Li Huiyuan. I funerali di mons. Li Jingfeng si terranno il 25 novembre.

Un giovane cattolico, che si fa chiamare “piccolo agnello del Signore”, ha voluto ricordare gli ultimi giorni di vita di mons. Li. Ecco quanto ci ha inviato.

 

Il nostro Lao Zhujiao [anziano vescovo], Luca Li Jingfeng, ha avuto problem di salute fin dall’inizio di quest’anno. Negli ultimi mesi era di continuo dentro e fuori degli ospedali. E’ stato colpito da un’emorragia cerebrale e da un’infezione ai polmoni. L’infiammazione dei polmoni è rimasta, impossibile da curare.

Nei mesi scorsi, ogni volta che lo visitavo, le sue condizioni erano peggiori. Prima poteva almeno parlare, dire una battuta spiritosa, e non si preoccupava per nulla della sua salute. “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto - diceva - e sono totalmente preparato per vedere il Signore, in ogni momento”.

Quando ho visitato Lao Zhujiao nelle scorse settimane egli non riusciva più a parlare, ma si forzava con tutto se stesso di alzare la mano per benedire chiunque venisse a trovarlo. Era molto debole e non aveva forza.

Nella mia ultima visita al vescovo, era fragile e ormai senza alcuna forza. Ma un fatto mi ha sorpreso: mentre sembrava aver perso tutta la sua energia, ho messo una croce nella sua mano. E con mio grande stupore lentamente egli ha sollevato la croce verso la sua bocca e l’ha baciata.

I suoi polmoni erano infetti in modo molto grave. Il suo dottore aveva inserito un tubicino nell’esofago per nutrirlo ed evitare che gocce di liquido penetrassero nei polmoni.

Un giorno, con molta cura stavo versando alcune gocce d’acqua sulle sue labbra e sulla bocca per inumidirle. In modo inaspettato una goccia d’acqua gli è andata in gola e ha cominciato a tossire con violenza. Ero così spaventato che la sua malattia si aggravasse e non osavo toccare più le sue labbra disidratate.

Invece, quando ogni mattina gli davamo la comunione, col pane e il vino, era calmo e non tossiva.

Era una persona molto lucida. Ha amato Dio per tutta la sua vita. Per la sua fortezza nella fede è stato imprigionato per molti anni. Anche se ha subito ogni tipo di pressione e sofferto ingiustizie, il suo amore per Dio non è stato mai scosso. Egli era netto nella sua fede, è rimasto fedele fino all’ultimo istante della sua vita sulla terra.

La sua fermezza sui principi della fede, il suo amore e la sua serietà nella liturgia e verso la tradizione della Chiesa hanno influenzato in profondità la mia fede e la mia vocazione.

Siamo stati contenti che il nostro amato vescovo abbia ricevuto la santa comunione alle 6.50 di questa mattina e poi ci la lasciato alle 7.20. Nella preghiera dei sacerdoti e dei fedeli, il nostro Lao Zhujiao riposa in pace!

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