14/08/2012, 00.00
SIRIA
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Ex Premier siriano: Il regime di Assad è al collasso

In una conferenza stampa ad Amman (Giordania) Hijab sostiene che il governo controlla ormai solo il 30% del territorio. L'invito a tutti i politici e funzionari siriani di rompere con il regime. Inviata speciale di Assad visita Pechino per cercare una strada diplomatica alla fine del conflitto.

Pechino (AsiaNews/ Agenzie) - "Il regime è al collasso. Assad controlla ormai meno del 30% del suo territorio". E' quanto dichiara Riad Hijab, ex premier siriano fuggito all'estero, in una conferenza stampa tenuta oggi ad Amman. Secondo lui la fine del regime è questione di settimane. Tutto l'establishment è crollato dal punto di vista morale, militare ed economico. Egli chiede all'opposizione di creare un fronte unito per ricostruire una nuova Siria e implora  i militari di fermare la carneficina di civili. Hijab ha aggiunto che aderirà al fronte dei ribelli e invita i sostenitori di Assad a rompere con il regime.

Fuggito la scorsa settimana in Giordania, Hijab è la più alta figura di spicco del regime a girare le spalle al presidente siriano e premere per una sua uscita di scena. Fra i "disertori" vi sono Manaf Tlass, generale della guardia repubblicana fra i principali consiglieri militari Assad, e Nawaf al-Faes ambasciatore siriano a Baghdad già a servizio sotto Hafez al-Assad.

Le dichiarazioni di Hijab giungono durante l'incontro a Pechino fra Bouthaina Shaaban, inviata speciale del presidente siriano, e Yang Jiechi, ministro degli Esteri cinese. La visita serve per cercare una soluzione diplomatica al conflitto e resuscitare il defunto piano di Kofi Annan. L'incontro di oggi ha riacceso il dibattito sul sostegno della Cina al governo di Damasco, pozione criticata da Europa, Stati Uniti e Lega araba, che invece appoggiano l'opposizione anche finanziariamente.

Ieri, Qin Gang, portavoce del ministero degli esteri cinese, ha sottolineato che l'incontro con la Bouthaina fa parte di un preciso programma diplomatico lanciato dal governo di Pechino per tentare una mediazione fra ribelli e regime. Secondo il portavoce, tale piano prevede a breve anche un incontro con i rappresentati dei ribelli, per contrattare un immediato cessate il fuoco. In oltre 17 mesi di guerra civile Cina e Russia hanno posto per tre volte il veto al Consiglio di sicurezza Onu, impedendo qualsiasi risoluzione dannosa per Damasco.

Intanto continuano i combattimenti ad Aleppo, dove ieri i ribelli avrebbero abbattuto un caccia dell'esercito siriano. Per confermare i fatti, i guerriglieri hanno pubblicato un video su internet che mostra il presunto pilota del velivolo circondato da uomini armati.

Dal marzo 2011 il bilancio del conflitto è di circa 20mila morti. Secondo fonti Onu, oltre 2 milioni di civili patiscono i drammi della guerra civile. Oltre un milione sono invece gli sfollati. A tutt'oggi vi sono circa 140 mila rifugiati nei campi profughi in Libano, Giordania, Turchia e Iraq. Oggi, Valerie Amos, delegata Onu per le crisi umanitarie, è giunta a Damasco per verificare la condizione della popolazione e costringere regime e ribelli a creare un corridoio di aiuti per soccorrere i civili colpiti dalle violenze.  Nei prossimi tre giorni la Amos incontrerà diversi funzionari siriani, fra cui il neo premier Wail al-Halqi, Walid Muallem, ministro degli Esteri e il suo vice Faisal Miqdad. 

 

 

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