Estremisti islamici e terroristi cavalcano la rivoluzione siriana
Damasco (AsiaNews) - "Gli estremisti islamici hanno sfigurato il movimento pro-democrazia nato in marzo con le manifestazioni dei giovani disoccupati siriani". È quanto affermano fonti di AsiaNews, che fanno notare come le proteste pacifiche contro il regime abbiamo lasciato il posto a una lotta armata che trascina il Paese verso una sanguinosa guerra civile. "Nella lotta contro gli Assad - spiegano - ci sono in gioco molti interessi che non riguardano solo il bene del popolo siriano". Secondo le fonti, fra i ribelli militano diversi terroristi islamici stranieri, molti dei quali appartenenti ad al-Qaeda, giunti in Siria per combattere il jihad contro il regime e difendere gli interessi dei Paesi della Lega araba, alimentando il clima di violenza e di odio che allontana le speranze di una soluzione diplomatica basata sul dialogo fra le parti.
"La popolazione ha paura - spiegano - per le strade di Damasco vige il coprifuoco. La città è divisa fra chi sostiene il regime e chi è a favore dei ribelli. La stessa situazione si riscontra nelle altre città del Paese". Le fonti sottolineano che la Siria è in una fase di stallo dove a violenza si risponde con violenza.
Esempio di tale divisione è stato il risultato "reale" del referendum per la riforma costituzionale, che ha visto il partito di governo (Baath) rinunciare al suo ruolo fondamentale per lo Stato e per la società, aprendo al pluralismo politico. Secondo il regime circa l'87% dei votanti (57% della popolazione) ha scelto per il cambiamento, ma i dati reali mostrano che meno del 50% ha votato per il si. "Tale risultato - affermano le fonti di AsiaNews - è un danno per il regime, ma anche per l'opposizione che ha fallito nella sua chiamata al boicottaggio delle urne".
Intanto continuano a Homs i combattimenti fra truppe fedeli alla famiglia Assad e ribelli del Free Syrian Liberation Army. Questa mattina l'intervento della Croce Rossa ha permesso l'arrivo di aiuti ai profughi siriani che stanno fuggendo dai combattimenti nella zona di Baba Amr, la più colpita dagli scontri, che resta ancora interdetta ai soccorsi.
Oggi, Nabil al-Arabi, segretario generale della Lega araba ha annunciato che il regime ha accettato Kofi Annan come inviato speciale Onu. Egli giungerà il 10 marzo a Damasco.