Estremisti indù attaccano i maoisti. Popolazione in protesta nella capitale
Kathmandu (AsiaNews) - Si alza la tensione in Nepal dopo sei giorni di sciopero organizzato dal partito maoista per chiedere le dimissioni del governo. Oggi nella città di Birjuni, al confine con l’India, un gruppo di estremisti indù ha attaccato i maoisti in sciopero ferendo oltre 30 persone; 10 sarebbero in gravi condizioni. Proteste anche in altre aree del Paese dove la popolazione ha assaltato le sedi del gruppo ex guerriglia. Intanto questa mattina una folla di 20mila persone si è radunata per le strade di Kathmandu per chiedere la fine delle manifestazioni e la riapertura di scuole, negozi e fabbriche. Per evitare scontri la polizia ha imposto il coprifuoco in 10 distretti della capitale.
Dal 1° maggio centinaia di migliaia di maoisti bloccano il Nepal. Nella capitale la libera circolazione è consentita solo per 2 ore al giorno ed è ormai impossibile trovare cibo e il prezzo degli ortaggi è salito di quasi 5 volte.
Dina Nath Sharma, portavoce del partito maoista afferma: “La nostra protesta pacifica serve a proteggere i valori della democrazia, la repubblica il federalismo e la logica conclusione del processo di pace…Abbiamo deciso di non attaccare chi manifesta contro di noi, ma quando proveranno a vendicarsi contro una manifestazione pacifica compieremo azioni contro di loro”.
La comunità internazionale ha inviato in questi giorni i propri delegati per monitorare la situazione, dopo il fallimento dei colloqui tra governo e il leader delle proteste.
“Se non si arriverà al consenso entro oggi, il Paese rischia la guerra civile – afferma il britannico Andrew Hall, inviato dell’Unione Europea in Nepal – dobbiamo fare pressione sui partiti politici affinché stipulino un accordo immediato”.
08/05/2010