14/02/2018, 10.56
CINA
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Espulso Lu Wei, un altro boss del Partito. Strapiene le prigioni dei Vip corrotti

Lu Wei è stato capo della sicurezza su internet e vice-direttore del Dipartimento di propaganda del Partito. E’ accusato di aver “fatto ogni cosa per la sua fama personale”, e anche di aver creato delle cricche nel Partito. La campagna anti-corruzione di Xi Jinping ha riempito fino all’orlo la prigione di Qincheng di molti suoi nemici personali.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Commissione centrale per le ispezioni disciplinari del Partito comunista cinese, ha annunciato che Lu Wei, responsabile della sicurezza su internet, è stato espulso dal Partito. Lu Wei, che è pure stato vicedirettore del Dipartimento di propaganda del Partito, era stato messo sotto inchiesta lo scorso novembre.

La dichiarazione della Commissione centrale, emessa ieri, recita che Lu “ha violato in modo serio le discipline politiche e le regole… ingannando le autorità centrali, egli ha fatto quello che ha voluto, commentando le politiche del governo centrale con parzialità e distorsioni, ostacolando le inchieste del governo centrale; con la sua crescente ambizione egli ha usato gli strumenti pubblici per interessi personali e ha fatto ogni cosa per la sua fama personale”. Egli è anche accusato di aver presentato false accuse verso altre persone in modo anonimo e di aver formato delle cricche.

Lu Wei, 57 anni, è diventato famoso perché nel 2014, in un suo giro negli Stati Uniti, aveva incontrato personalità della politica e grandi imprenditori dell’high tech come Mark Zuckerberg di Facebook e Tim Cook di Apple.

Lu è una delle tante “tigri” vittime della campagna anti-corruzione lanciata da Xi Jinping verso “tigri e mosche” del Partito che si sono macchiati di corruzione o tengono uno stile di vita lussuoso ed esagerato. Finora sono stati destituiti più di 250 alti membri del Partito e puniti circa 1,4 milioni di quadri e burocrati.

Mentre la campagna continua a livello nazionale con determinazione, essa comincia a presentare alcune difficoltà. Secondo il South China Morning Post, infatti, la prigione dove sono internati i Vip del Partito, sembra essere ormai piena fino all’orlo e mancante di spazi.

La prigione in questione è quella di massima sicurezza di Qincheng, sulle colline a nord di Pechino. In essa sono reclusi Zhou Yongkang, ex capo della sicurezza; l’ex capo di Chongqing Bo Xilai; l’ex segretario di Hu Jintao, Ling Jihua; l’ex generale Guo Boxiong; Chen Liangyu, ex capo del partito di Shanghai e tanti altri.

Il grande analista politico e dissidente Bao Tong ha contestato la vera natura di questa campagna, che nasconderebbe solo una resa dei conti interna al Partito. In effetti sono colpiti solo gli appartenenti a “cricche” antagoniste a quella di Xi Jinping.

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