Esperti vietnamiti e australiani in un progetto per la depurazione delle acque
Ogni anno il Paese produce 15 milioni di tonnellate di rifiuti. Nelle aree urbane è di circa 34.500 tonnellate al giorno. I rifiuti industriali sono di circa 3,2 milioni. Livelli di criticità si registrano nella capitale e nel delta del fiume Hồng. Gli scarti vengono sotterrati e finiscono per inquinare le falde acquifere.
Hanoi (AsiaNews) - Esperti australiani e vietnamiti collaborano in un progetto che permette di migliorare la salute delle acqua, in alcune aree della nazione asiatica in cui è forte l’inquinamento ambientale. La partnership fra il Politecnico di Sydney (Uts), sostenuto dal governo di Canberra, ed esperti vietnamiti si è concretizzata nel piano “Acqua potabile e tecnologia 4.0”, che ha trovato sinora applicazione ad Hanoi e nel delta del fiume Hồng.
Il progetto ha portato alla nascita di un sistema di filtraggio e di pulizia delle acque per uso domestiche (nước sinh hoạt), utilizzate per uso quotidiano e all’interno delle famiglie nella provincia di Hà Nam e nella capitale, Hanoi. La sua applicazione ha già permesso di rifornire almeno 300 famiglie e tre strutture pubbliche della provincia.
Una di queste è una scuola per l’infanzia del comune di Phương Tú, nel distretto di Ứng Hòa, ad Hanoi. Grazie al sistema di filtraggio e depurazione delle acque, gli oltre 800 bambini della struttura per l’anno scolastico 2020-2021 non rischiano di essere avvelenati o di contrarre malattie causate dall’inquinamento idrico. “Siamo molto felici - conferma la preside Nhung - perché ora la nostra scuola dispone di acqua potabile, fondamentale per garantire l’igiene dei bambini e degli insegnanti. I genitori dei nostri studenti si sentono molto più al sicuro ora, nel mandare i figli in classe”.
I progetti di depurazione delle acque sono un tema di stretta attualità in una nazione con un alto tasso di inquinamento idrico e ambientale, in particolare nelle aree urbane e nelle grandi città come Hanoi e Ho Chi Minh City. Una questione che colpisce non solo adulti e anziani, ma soprattutto i bambini che sono fra le prime vittime dell’emergenza.
Fra le aree che destano maggiore preoccupazione il distretto di Ứng Hòa, nella capitale, e alcune province del delta dell’ Hồng, in cui le falde acquifere sono contaminate da sostanze tossiche, fra le quali vi è anche l’arsenico. Per l’uso quotidiano l’acqua viene filtrata in maniera artigianale, poi fatta bollire e imbottigliata prima di essere consumata fra le mura domestiche, ma non sempre questo sistema di depurazione risulta efficace.
Alla base dell’emergenza, l’enorme produzione di rifiuti e scarti come sottolinea Dũng Nguyễn, direttore dell’Istituto per l’ambiente urbano e l’industria del Vietnam: “Il volume complessivo annuale - spiega l’esperto - di rifiuti solidi prodotti è attorno alle 15 milioni di tonnellate. Nelle aree urbane è di circa 34.500 tonnellate al giorno. I rifiuti industriali sono di circa 3,2 milioni di tonnellate per anno. Il tasso di crescita annuale è del 10,12%”. In particolare ad Hanoi e Ho Chi Minh City ogni giorno si accumulano fra le 7mila e le 8mila tonnellate, circa l’80% delle quali viene seppellito sottoterra.
Un fenomeno che ha acuito il problema dell’inquinamento acquifero, che oggi riguarda almeno un milione di persone nel delta del fiume Hồng (il fiume Rosso, che attraversa la capitale e sfocia nel mar Cinese meridionale). Ecco perché i vietnamiti sembrano assai entusiasti della collaborazione fra scienziati locali e australiani, che potrebbe portare grandi benefici a studenti, lavoratori, contadini e abbattere il tasso di mortalità legato a malattie dovute all’inquinamento delle falde.
25/03/2020 12:14
21/05/2024 12:05