10/03/2023, 10.17
FILIPPINE
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Esercito filippino e milizie: omicidio politico riapre le polemiche

di Stefano Vecchia

Tre ufficiali coinvolti nell'uccisione del governatore della provincia di Negros Orientale, Roel Dergamo. I vertici delle forze armate sotto accusa promettono di rafforzare le misure contro l'utilizzo di tecniche e forze militari per scopi criminali. Ma le collusioni con milizie private al soldo di potentati locali sono una piaga ben nota a Manila.

Manila (AsiaNews) - L’assassinio del governatore della provincia di Negros Orientale, Roel Degamo, ha riaperto il dibattito sul ruolo delle forze di sicurezza nelle Filippine.

La mattina del 4 marzo, mentre Degamo era occupato a concordare iniziative di assistenza con  capi-villaggio nella sua abitazione nella città di Pamplona, una decina di uomini in uniforme militare ha aperto il fuoco uccidendo – oltre al governatore – otto persone e ferendone numerose altre.

Finora sono quattro i sospetti arrestati per omicidio e tentato omicidio, tra cui tre ufficiali dell’esercito, di cui due di unità d’élite, che si erano assentati dal servizio senza autorizzazione. Un quarto militare è stato ucciso durante la caccia all’uomo dopo l’attacco. Un’azione organizzata, portata a termine con freddezza, che ha evidenziato la preparazione militare degli aggressori.

Non a caso, in un’intervista alla rete radiofonica Dzbb, il portavoce delle Forze armate, colonnello Medel Aguilar, ha comunicato che il capo di stato maggiore ha ordinato di rafforzare il servizio di intelligence destinato a questi casi e di “mettere in campo misure precauzionali affinché non possano essere utilizzate capacità acquisite all’interno dell’organizzazione militare per azioni criminali”.

Davanti alle critiche che sono arrivate anche dalla politica, i vertici dell’esercito, dell’aeronautica e della marina militare hanno ribadito l’impegno a rendere più severo il processo di reclutamento per assicurare che l’addestramento e la possibilità di portare armi non vadano a individui predisposti alla violenza.

Il presidente Ferdinand Marcos Jr. ha dichiarato di ritenere politicamente motivata l’uccisione di Degamo, indicato come politico attento alle necessità della popolazione, e ha ordinato alle autorità competenti di individuare i luoghi dove questi attacchi potrebbero manifestarsi, smantellando le milizie private al soldo di potentati politici o economici locali, in molti casi noti a Manila, che si avvalgono anche di elementi provenienti dalle forze armate.

Marcos, che finora non ha voluto espressamente puntare il dito contro i comandi militari o la polizia pure accusata di violenze e abusi in buona parte coperti o impuniti, ha segnalato che le autorità hanno a disposizione una mole di informazione e che dispongono di chiare indicazioni su come portare davanti alla giustizia i responsabili.

Appena il mese scorso il governatore della provincia di Lanao del Sur, Mamintal Alonto Adiong Jr, era stato ferito in un attacco contro il convoglio di auto su cui viaggiava e quattro sue guardie del corpo erano rimaste uccise. E il 19 febbraio, questa volta nella provincia settentrionale di Nueva Vizcaya, il sindaco di Aparri era stato ucciso con altre cinque persone che viaggiavano con lui da killer in motocicletta che indossavano divise della polizia.

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