Esercito e talebani si affrontano nel “Paese più pericoloso al mondo”
di Qaiser Felix
Assalto dei commando alla roccaforte di Piochar dove sono asserragliati 4mila combattenti. Dieci morti, fra cui una bambina di sei anni, in un attacco kamikaze. Razzi contro scuole femminili e il santuario di un poeta Pashtun. Ministro canadese definisce il Pakistan e il suo armamento nucleare il “Paese più pericoloso al mondo”.
Islamabad (AsiaNews) – L’esercito pakistano ha iniziato l’accerchiamento delle truppe talebane nella Swat Valley: elicotteri militari hanno sganciato i reparti speciali dietro le linee delle milizie fondamentaliste nell’area di Piochar, nella parte superiore della vallata, dove sono asserragliati circa 4mila combattenti. La roccaforte è anche il rifugio del capo delle milizie talebane Maulana Qazi Fazlullah, meglio conosciuto come “Radio Mullah”. Dal comando militare non giungono commenti ufficiali sull’esito dell’assalto, ma un funzionario governativo esprime ottimismo e sottolinea che la battaglia per lo Swat potrebbe concludersi a breve.
Nonostante l’offensiva dell’esercito, gli attacchi dei talebani continuano: ieri un kamikaze a bordo di un auto-bomba si è fatto esplodere nei pressi di un punto di controllo dell’esercito a Darra Adam Kehl, villaggio poco distante da Peshawar, uccidendo 10 persone fra le quali una bambina di sei anni; sette i feriti. Il 10 maggio scorso una serie di razzi hanno colpito il santuario del poeta Pashtun Ameer Hamza Shinwari, un college e una scuola elementare femminile. Il presidente Asif Ali Zardari e il premier Yousaf Raza Gilani hanno condannato gli attacchi; Rehman Malik, Ministro degli interni, aggiunge che negli ultimi giorni le forze di sicurezza hanno ucciso 700 talebani; 20 i militari uccisi, 19 i feriti.
Le cifre ufficiali diffuse dal governo non trovano però conferma da fonti indipendenti; tutti i giornalisti hanno infatti abbandonato la zona del conflitto per motivi di sicurezza. Ieri anche l’ultimo reporter, il giornalista televisivo Shireenzada, ha lasciato l’area spiegando che “lavorare è estremamente pericoloso nella situazione attuale”. Prima dell’offensiva finale, lanciata il 7 maggio scorso dal governo, vi erano 22 reporter accreditati presso il circolo della stampa dello Swat; ora non è rimasto nemmeno uno. Il presidente del circolo Salahuddin Khan aggiunge che vi sono ancora “migliaia di residenti intrappolati a Minagora”, che rischiano di rimanere senza acqua né cibo; essi non possono nemmeno accedere agli ospedali per le cure mediche a causa del coprifuoco.
L’escalation di violenze fra esercito e talebani preoccupa la comunità internazionale, che deve far fronte anche all’emergenza sfollati. Peter MacKay, Ministro canadese della difesa, definisce il Pakistan – una nazione che possiede l’atomica – il Paese “più pericoloso al mondo”. Mackay giudica il riarmo delle milizie fondamentaliste un problema per le truppe Nato che operano nel vicino Afghanistan, dove il Canada ha dispiegato 2800 uomini. “Finché si permette agli estremisti – sottolinea – di reclutare combattenti in Pakistan, il problema rimane molto concreto”.
Dal fronte umanitario continua il dramma degli sfollati: Iftikhar Hussain, Ministro dell’informazione del governo della North West Frontier Province (Nwfp), parla di 700mila profughi in fuga dallo Swat, Buner e Shangla. Il governo locale chiede 90miloni di rupie (poco più di 800mila euro) per far fronte all’emergenza; ieri gli Stati Uniti hanno promesso 4,9 milioni di dollari per le famiglie degli sfollati. Oggi l’Alto commissariato Onu per i rifugiati ha predisposto l’invio di 120 tonnellate di generi umanitari e materiale da campo.
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