Esercito birmano attacca roccaforte Kachin, tre morti e sei feriti fra i civili
Yangon (AsiaNews) - L'esercito birmano ha intensificato gli attacchi contro le milizie Kachin, nell'omonimo Stato del nord, al confine con la Cina. Fonti di AsiaNews nell'area riferiscono la morte di tre persone (nella foto) e confermano che "per la prima volta i militari hanno attaccato Laiza", considerata la roccaforte dei ribelli, colpendo "anche i civili". Il bilancio aggiornato è di tre vittime e sei feriti, fra i quali vi sono anche "donne e bambini". In una dichiarazione ufficiale il colonnello James Lum Dau, portavoce del Kachin Indipendence Army (Kia), riferisce che tre colpi di mortaio sono caduti "nel cuore di Laiza"; sul versante governativo, invece, bocche cucite sull'operazione e nessun ministro intende al momento commentare la situazione.
Le crescenti violenze tra l'esercito birmano e le truppe Kachin nelle ultime settimane, che hanno visto impegnata anche l'aviazione, hanno offuscato il timido cammino di riforme politiche avviato dal governo di Naypyidaw. Si allontanano le prospettive di una pace stabile e duratura in un Paese segnato da decenni di dittatura militare, che l'esecutivo guidato dal presidente Thein Sein - in carica dal febbraio 2011 - ha tentato di archiviare.
Fonti di AsiaNews nello Stato Kachin, anonime per motivi di sicurezza, spiegano che l'esercito birmano sta attaccando su quattro fronti: "nell'area di Pang Wa a nord, nella zona di Laiza al centro, nell'area di Mai Ja a est e, ad ovest, nel settore di Hpa Kant". Questa mattina i militari hanno colpito il cuore di Laiza, uccidendo tre civili e ferendone altri sei. Le vittime sono: Hpauyu Doi San Awng, di 15 anni; Nhkum Bawk Naw (età ignota) e Hpungtau Malang Yaw di 76 anni. Fra i feriti vi sono due bambine di due e otto anni. Durante l'assalto sono state lanciate granate da 105 e 155 mm.
Intanto, continuano incessanti i raid dell'aviazione, che si susseguono dal 14 dicembre scorso quando i jet dell'esercito hanno colpito l'area di Pang Wa, nel nord. Dal 24 dicembre essi hanno interessato anche la zona di Laiza, dove ogni giorno - tranne il 4 gennaio, festa dell'Indipendenza - sono piovute bombe. Si aggrava anche la crisi umanitaria che ha investito la popolazione civile, con decine di migliaia di sfollati il cui numero è in aumento.
L'organizzazione Kachin Kio, braccio "politico" del Kia, è il solo gruppo "ribelle" birmano a non aver sottoscritto un accordo di pace con il presidente Thein Sein e il governo "riformista". Le violenze sono riprese nel giugno 2011, dopo circa 17 anni di relativa calma. Alla base dello scontro, il rifiuto opposto dai leader Kachin di abbandonare una "postazione strategica", che sorge accanto a un importante impianto idroelettrico, frutto di un accordo congiunto fra Cina e Myanmar.
Per gli esperti è proprio lo scontro coi Kachin, il "problema dei problemi" - nel lungo periodo - che dovrà affrontare e risolvere il governo centrale in un'ottica di "democratizzazione". Di recente sulla vicenda è intervenuta anche la leader dell'opposizione e Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, che ha respinto l'ipotesi di un coinvolgimento diretto nelle trattative di pace. La risoluzione del conflitto, ha sottolineato la "Signora", è "compito del governo".