Erdogan: contro il PKK un’operazione con gli Usa, ma da Baghdad spiragli di pace
Ma il ministro degli Esteri di Ankara è a colloquio con i leader iracheni per trovare una soluzione concordata al conflitto. Respinta la tregua offerta dai curdi.
Ankara (AsiaNews/Agenzie) – Nello scontro che oppone la Turchia ai curdi del PKK gli Stati Uniti stanno muovendosi, ma non è ben chiaro in quale direzione: secondo l’indipendente Hurryet il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ieri sera, sull’aereo che lo portava a Londra per una visita di Stato ha raccontato di colloqui telefonici con il segretario di Stato Condoleezza Rice. Il premier avrebbe affermato: “ho visto che vuole fare un'operazione congiunta” contro gli uomini del PKK definiti terroristi sia dagli Usa che dalla Ue. Se questa versione trova conferma sulle agenzie internazionali, da parte sua un altro quotidiano turco, il nazionalista Zaman, citando un funzionario che ha chiesto l’anonimato, sostiene invece che la Rice avrebbe chiesto ad Erdogan tre giorni per allontanare le truppe americane dalle zone di confine ed evitare il rischio di un confronto con l’esercito di Ankara.
A rendere ancora più oscure le prospettive, c’è una notizia di fonte irachena: i peshmerga curdi avrebbero ricevuto dal governo regionale l’ordine di schierarsi per respingere eventuali raid dell’esercito turco.
Se gli scenari militari restano attivi, non si ferma la diplomazia. Oggi il ministro degli Esteri turco, Ali Babacan, si è recato a Bagdad per discutere della crisi con il premier iracheno Nouri al-Maliki – che ha avuto anche un colloquio telefonico con il presidente Bush - il presidente Jalal Talabani e il suo omologo iracheno Hoshyar Zebari. Quest’ultimo, dopo il colloquio con Babacan ha affermato che “lavoreremo insieme per risolvere il problema”. Sembra anzi che si sia impegnato ad allontanare gli uomini del PKK dal confine turco. Ad Ankara, intanto, arrivano richieste di moderazioni da Paesi arabi ed europei.
Il ministro turco ha intanto ribadito il rifiuto del suo governo ad accettare la tregua offerta dal Pkk, perché si tratta di un’organizzazione terroristica.
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