Erdogan sfida Trump: un’ambasciata turca a Gerusalemme est, capitale palestinese
Il leader turco ha sottolineato che la città santa è “sotto occupazione” israeliana. Tuttavia, si avvicina “il giorno” in cui sarà possibile “aprire una ambasciata” presso lo Stato della Palestina. La mossa del presidente Usa frutto di una ideologia “sionista ed evangelista”. Oggi al Consiglio di sicurezza Onu si vota una risoluzione sulle modifiche allo status di Gerusalemme.
Istanbul (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan vuole aprire “presto” un’ambasciata a Gerusalemme est, capitale di un futuro Stato palestinese. È quanto ha annunciato ieri il leader di Ankara, esprimendo nuovi, durissimi attacchi alla decisione unilaterale del presidente Usa Donald Trump di riconoscere la città santa capitale di Israele e disporre il trasferimento dell’ambasciata.
Il presidente turco è una delle voci più critiche sollevatesi nell’ultimo periodo contro la scelta fatta dall’amministrazione statunitense il 6 dicembre scorso, che ha suscitato proteste e indignazione - con morti e feriti - e preoccupato lo stesso papa Francesco e i leader cristiani della regione. In una riunione straordinaria dei Paesi Oic (Organizzazione della cooperazione islamica), Erdogan ha chiesto ai Paesi musulmani di riconoscere Gerusalemme est capitale palestinese.
In un discorso tenuto ieri a Karaman, nel sud della Turchia, egli ha ricordato che “la città è sotto occupazione” e “non non possiamo andarci e aprire una ambasciata”. Tuttavia, si avvicina “il giorno” in cui noi “potremo aprirla”. Gli fa eco il premier Binali Yildirim, che in un successivo intervento ha dichiarato “a partire da oggi […] Gerusalemme est capitale della Palestina”.
La Turchia intrattiene relazioni diplomatiche con Israele e ha aperto un’ambasciata a Tel Aviv e un consolato a Gerusalemme. Per i vertici di Ankara la mossa di Trump è figlia di “una logica e di un modo di pensare sionista ed evangelista” e lo Stato ebraico non ha il diritto di “impadronirsi” di Gerusalemme, che è anche “la capitale dei musulmani”.
Oggi, intanto, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si pronuncerà su una bozza di risoluzione che nega valore legale alle “decisioni” relative a Gerusalemme e ne chiede l’annullamento. Il testo, di una pagina e preparato dall’Egitto, non fa alcun riferimento diretto alla decisione di Washington e gode di un vasto sostegno. Tuttavia, appare scontato il veto in sede di Consiglio da parte degli Stati Uniti.