Emergenza alluvioni: gli interventi della Chiesa thai per gli sfollati
di Weena Kowitwanij
Vescovi, sacerdoti, suore e laici impegnati nella raccolta e distribuzione di cibo, disinfettanti per l’acqua e materiale da campo. La popolazione è sotto “stress”, ma continuano le testimonianze di solidarietà “senza distinzioni di fede o censo”. Danni per miliardi di dollari nel settore industriale; distrutti 1,4 milioni di ettari di campi coltivati.
Bangkok (AsiaNews) – La Chiesa cattolica thai – attraverso la Caritas e la Commissione per le emergenze e i rifugiati – ha avviato un piano di interventi per le vittime delle alluvioni che hanno colpito diverse province del Paese e la capitale Bangkok. Vescovi, sacerdoti, suore, giovani e anziani hanno aderito alle diverse iniziative raccogliendo beni di prima necessità, cibo, disinfettanti per l’acqua e materiale da campo messo a disposizione degli sfollati. Intanto fra la popolazione serpeggia un clima di tensione e nervosismo, acuito dalla mancanza di notizie certe sugli sviluppi dei prossimi giorni. Tuttavia, in mezzo alle inondazioni non mancano esempi di solidarietà e collaborazione, come sottolinea un esperto in crisi umanitarie: “Sono felice di vedere – afferma ad AsiaNews Komas Chungsathiansap – persone di comunità, professione e religioni differenti fra loro, uniti nel portare aiuto”.
Il presidente di Caritas Thailandia, mons. Joseph Phibun Visitnonthachai della diocesi di Nakhon Sawan, ha inviato squadre di soccorso nelle aree segnate dalle inondazioni, le “peggiori degli ultimi 50 anni”. Il 24 settembre scorso nella zona era giunto anche mons. Giovanni D’Aniello, nunzio apostolico in Thailandia, per distribuire aiuti, visitare bambini e anziani, portando il conforto del papa e una donazione di 50mila dollari stanziata da Benedetto XVI attraverso il Pontificio consiglio “Cor Unum”. Dieci camion carichi di aiuti e un gruppo di volontari di Caritas Thailandia hanno visitato diverse aree colpite dalle alluvioni, per predisporre gli interventi di emergenza. In una parrocchia di sole 15 famiglie cattoliche, sono stati distribuiti beni di prima necessità a tutta la popolazione. P. Rangsipol Pleanphan, sacerdote e attivista nella diocesi di Nakhon Sawan, nel nord del Paese, invita i fedeli ad aiutare 250 famiglie della zona, segnate dalle inondazioni e bisognose di assistenza e riparo.
Volontari cattolici e membri di organizzazioni umanitarie sottolineano a più riprese il clima di solidarietà e aiuto che si è creato nella popolazione, anche se restano situazioni di “forte stress”e timori per il futuro. Il desiderio comune, raccontato da molte vittime delle alluvioni, è di “sopportare con pazienza e tornare il prima possibile a condurre una vita normale”. La speranza è alimentata dalla collaborazione reciproca fra cittadini, senza distinzioni di ceto sociale, religione o professione svolta.
Il Dipartimento della Protezione civile – Flood Relief Operations Centre (Froc) – conferma l’allerta in sei distretti della capitale e aggiorna il bilancio ufficiale delle vittime e dei danni. Le alluvioni nel nord, nord-est e centro della Thailandia hanno causato sinora 366 morti e sconvolto la vita di oltre nove milioni di persone; circa 120mila cittadini hanno trovato riparo nei centri di accoglienza, 720mila necessitano di cure mediche. La premier Yingluck Shinawatra avverte che l’emergenza potrebbe durare fino a un mese e non esclude il pericolo – parla di “una possibilità su due” – che il centro di Bangkok, metropoli di 12 milioni di persone, possa essere inondato da acqua alta fino a un metro.
Intanto si fa sempre più pesante il bilancio dei danni nel settore agricolo e industriale. Le alluvioni hanno causato la chiusura di sette complessi industriali ad Ayutthaya, Nonthaburi e Pathum Thani, province confinanti con la capitale. L’interruzione del lavoro ha interessato la catena produttiva e i commerci internazionali, provocando perdite per un valore di miliardi di dollari e la cassa integrazione di oltre 650mila fra operai e impiegati. Preoccupazione anche nel comparto agricolo, dove è andato distrutto circa il 14% del raccolto annuale di riso. Le forti piogge monsoniche hanno inondato 62 province (su 77) della Thailandia, distruggendo 1,4 milioni di ettari di campi coltivati.
Il presidente di Caritas Thailandia, mons. Joseph Phibun Visitnonthachai della diocesi di Nakhon Sawan, ha inviato squadre di soccorso nelle aree segnate dalle inondazioni, le “peggiori degli ultimi 50 anni”. Il 24 settembre scorso nella zona era giunto anche mons. Giovanni D’Aniello, nunzio apostolico in Thailandia, per distribuire aiuti, visitare bambini e anziani, portando il conforto del papa e una donazione di 50mila dollari stanziata da Benedetto XVI attraverso il Pontificio consiglio “Cor Unum”. Dieci camion carichi di aiuti e un gruppo di volontari di Caritas Thailandia hanno visitato diverse aree colpite dalle alluvioni, per predisporre gli interventi di emergenza. In una parrocchia di sole 15 famiglie cattoliche, sono stati distribuiti beni di prima necessità a tutta la popolazione. P. Rangsipol Pleanphan, sacerdote e attivista nella diocesi di Nakhon Sawan, nel nord del Paese, invita i fedeli ad aiutare 250 famiglie della zona, segnate dalle inondazioni e bisognose di assistenza e riparo.
Volontari cattolici e membri di organizzazioni umanitarie sottolineano a più riprese il clima di solidarietà e aiuto che si è creato nella popolazione, anche se restano situazioni di “forte stress”e timori per il futuro. Il desiderio comune, raccontato da molte vittime delle alluvioni, è di “sopportare con pazienza e tornare il prima possibile a condurre una vita normale”. La speranza è alimentata dalla collaborazione reciproca fra cittadini, senza distinzioni di ceto sociale, religione o professione svolta.
Il Dipartimento della Protezione civile – Flood Relief Operations Centre (Froc) – conferma l’allerta in sei distretti della capitale e aggiorna il bilancio ufficiale delle vittime e dei danni. Le alluvioni nel nord, nord-est e centro della Thailandia hanno causato sinora 366 morti e sconvolto la vita di oltre nove milioni di persone; circa 120mila cittadini hanno trovato riparo nei centri di accoglienza, 720mila necessitano di cure mediche. La premier Yingluck Shinawatra avverte che l’emergenza potrebbe durare fino a un mese e non esclude il pericolo – parla di “una possibilità su due” – che il centro di Bangkok, metropoli di 12 milioni di persone, possa essere inondato da acqua alta fino a un metro.
Intanto si fa sempre più pesante il bilancio dei danni nel settore agricolo e industriale. Le alluvioni hanno causato la chiusura di sette complessi industriali ad Ayutthaya, Nonthaburi e Pathum Thani, province confinanti con la capitale. L’interruzione del lavoro ha interessato la catena produttiva e i commerci internazionali, provocando perdite per un valore di miliardi di dollari e la cassa integrazione di oltre 650mila fra operai e impiegati. Preoccupazione anche nel comparto agricolo, dove è andato distrutto circa il 14% del raccolto annuale di riso. Le forti piogge monsoniche hanno inondato 62 province (su 77) della Thailandia, distruggendo 1,4 milioni di ettari di campi coltivati.
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