10/08/2020, 12.06
EGITTO
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Eliopoli, chiese riaperte dopo la quarantena

di Rafic Greiche*

Da ieri le chiese e i luoghi di culto sono riaperti al pubblico, anche se ancora con alcune limitazioni. Sofferenza per i fedeli, ma anche scoperta dell’importanza della liturgia reale e della comunione sacramentale.

 

Il Cairo (AsiaNews) – Da ieri, le chiese e tutti i luoghi di culto sono stati riaperti alle celebrazioni pubbliche, dopo un lungo periodo di lockdown. All’inizio della pandemia del Covid-19, il governo ha deciso di chiudere tutti i luoghi di preghiera, moschee e chiese. Eravamo tutti contrari. Sebbene quello della pandemia sia un tempo difficile, noi crediamo che esso sia un tempo di preghiera, anzi di maggior preghiera. Ma nonostante ciò, le chiese si sono sottomesse alla legge e all’ordine del governo, come è avvenuto più o meno in tutto il mondo.

Oltretutto, la chiusura è cominciata con la Quaresima, è continuata nella Settimana santa, nelle feste dopo Pasqua, un tempo molto intenso per la preghiera e la liturgia. Tutte le messe e le divine liturgie sono state trasmesse on-line da diverse chiese. Ma la gente non riusciva a capire la comunione spirituale, anche se abbiamo cercato di spiegarla molte volte.

Le persone che partecipavano alla messa in modo regolare erano le più scontente. La Chiesa è il luogo dove Dio è vicino, prossimo a loro, di fronte a loro, un luogo dove essi hanno la possibilità di esprimere il loro sentimento religioso. Chiudendo le chiese, era come se Dio fosse lontano, in cielo.

Quelli che non frequentavano tanto la chiesa, hanno compreso di perdere qualcosa di valore, a cui però non avevano mai dato molta importanza. Pregare a casa e seguire una liturgia on-line non è la stessa cosa. A tutti è mancata la comunione, la realtà del sacramento.

Finalmente, da ieri, le chiese sono state riaperte, anche se con un numero limitato di fedeli per rispettare il distanziamento sociale e alcune regole sanitarie, per prevenire ogni contagio.

La decisione della riapertura è stata accolta con entusiasmo dai miei parrocchiani. Certo, la felicità non è ancora piena: essi non possono andare in chiesa tutti i giorni perché il numero dei fedeli è limitato e occorre dare ad ognuno la possibilità di parteciparvi. La gente aspetta con ansia per il giorno in cui sarà possibile andare in chiesa quando e come si vuole, quando saranno liberi di partecipare alla liturgia, quando vogliono e senza limiti di tempo, senza le misure scomode dell’indossare maschere e stare distanziati.

Siamo davvero felici, e speriamo che non succeda più un altro lockdown, anche se ci fosse un’altra ondata di pandemia.

 

*Parroco a St Cyril Church, Heliopolis, Il Cairo, Portavoce della Chiesa Cattolica in Egitto

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