Elezioni regionali: Ahok in testa al primo turno, le proteste degli islamisti
Le organizzazioni islamiche cercano ancora di interrompere la corsa del governatore uscente. A ottobre le accuse di blasfemia e il processo. Indette oggi le manifestazioni per far pressione al governo. Il ministro degli interni: “Solo per Ahok tutta questa rabbia”.
Jakarta (AsiaNews) – Basuki “Ahok” Tjahaja Purnama, Il governatore uscente di Jakarta, e il suo candidato vice-governatore Djarot Saiful Hidayat, sono arrivati al secondo turno delle elezioni regionali indonesiane in una posizione di vantaggio sui rivali. I risultati hanno scatenato ancora di più gli islamisti.
Il primo turno della corsa a governatore di Jakarta ha infatti visto l’uscita di scena di Agus Harimurti Yudhoyono, un ex ufficiale dell'esercito e figlio maggiore dell'ex Pres. Susilo Bambang Yudhoyono, sostenuto dalle organizzazioni islamiche e da alcuni leader musulmani. Le elezioni si decideranno al secondo turno, dove il governatore uscente affronterà Anies Baswedan, già ministro dell’istruzione, con il suo vice Sandiaga Uno.
Nel tentativo di bloccare la candidatura di Ahok, rimangono incessanti gli sforzi profusi dalle organizzazioni islamiste indonesiane. La Islamic Community Society (Fui) ha organizzato ieri una nuova ondata di proteste contro il politico (vedi foto).
La mossa ricalca le precedenti manifestazioni di massa indette da gruppi di estremisti islamici che tentano di far pressione sull’amministrazione del presidente Joko Widodo per impedire la candidatura di Ahok, già coinvolto lo scorso ottobre in un manipolato “caso di blasfemia”. Ahok è però riuscito ad accrescere la propria popolarità tra gli elettori di Jakarta e rimane il candidato favorito alla vittoria finale.
Con le manifestazioni di ieri, atte a screditare Ahok, i leader islamici radicali cercano il sostegno del Parlamento indonesiano (Dpr Ri). I dimostranti hanno affollato gli ingressi del Dpr Ri e hanno cercato di attirare l’attenzione dei parlamentari per spingere il ministro degli interni Tjahjo Kumolo a ritirare la candidatura di Ahok.
Invitata a deliberare sulle richieste islamiste dall’amministrazione Widodo, la corte suprema indonesiana ha espresso nei mesi scorsi un parere negativo, astenendosi dall’interferire al processo in corso. Il ministro degli interni Tjahjo Kumolo ha dichiarato ieri che non forzerà Ahok a interrompere la sua campagna, opponendosi così alle richieste dei manifestanti.
In precedenza, il ministro dell'Interno Tjahjo Kumolo ha affermato che solo nel caso di Ahok gli islamici radicali hanno richiesto in maniera insistente al governo indonesiano di "agire" per rimuoverlo dal suo incarico. Negli ultimi anni, diversi governatori e amministratori locali sono stati interessati da accuse di corruzione e i loro casi si discutono ora in sede processuale senza che nessuno abbia chiesto al governo le dimissioni degli imputati.