Elezioni locali: i cattolici nepalesi invitano ad una partecipazione pacifica
Le prossime elezioni, le prime in 19 anni, hanno suscitato grandi aspettative e numerose tensioni. I partiti madhesi protestano: cambiare la Costituzione prima del voto. I partiti nepalesi pro monarchia indù, incoraggiati dalle vittorie in India, spingono per un Nepal induista e monarchico. Il governo difende la laicità del Paese.
Kathmandu (AsiaNews) – La comunità cattolica nepalese lancia un appello per il pacifico svolgimento delle prossime elezioni locali, previste per il 14 maggio 2017. La consultazione elettorale sarà la prima in 19 anni e vedrà la partecipazione di quattro partiti d’ispirazione cristiana.
Tali elezioni locali hanno suscitato grandi aspettative tra la popolazione, ma anche numerose tensioni, che hanno già portato a gravi scontri tra la minoranza madhese e agenti di polizia.
P. Shilas Bogati, del vicariato generale nepalese, dichiara: “Il Nepal sta per tenere elezioni locali dopo circa due decenni, preghiamo per il consenso e un'elezione pacifica. Tutti i partiti politici dovrebbero partecipare, e tutti devono essere ascoltati. Tali elezioni dovrebbero svolgersi in maniera tranquilla. Non c'è bisogno di alcuna violenza. Durante la campagna elettorale abbiamo visto violenze e scontri. L’uso della forza da entrambi i lati si deve arrestare”.
Tuttavia, gli attivisti del Samyukta Loktantrik Madhesi Morcha (Slmm), partito di riferimento dei madhesi, minoranza etnica che rivendica l’istituzione di una provincia autonoma, hanno dato vita ad ulteriori proteste. Lo scorso 19 marzo, i manifestanti hanno posto i sigilli a tutti gli uffici comunali e al consiglio del villaggio a Saptari (sud-est del Nepal), chiedendo il cambiamento della costituzione prima delle elezioni.
Manish Suman, leader del Nepal Sadbhawana, altro partito madhese, afferma: “Non solo boicotteremo le elezioni, ma organizzeremo anche azioni di disturbo se le nostre richieste non verranno accolte prima delle elezioni”.
Nel frattempo, anche il partito pro monarchia induista Rastriya Prajatantra Party (Rpp), e altri gruppi di estremisti indù, ha consegnato al parlamento nepalese un proposta di modifica costituzionale. Essi vengono incoraggiati dalla nomina di Yogi Aadityanath, un guru indù, a chief minister nello Stato indiano dell’Uttar Pradesh.
La Commissione elettorale del Nepal ha respinto le richieste dell’Rpp, in quanto contrarie alla Costituzione laica e democratica del Paese. Awadhhi Prasad Yadav, commissario capo per le elezioni, ha detto: “Abbiamo le richieste dell’Rpp, che contraddicono la vigente Costituzione”. Ha poi aggiunto: “La nostra è una Costituzione laica. Le disposizioni che contraddicono con la laicità sono illegali”.
Surendara Kumar Karki, portavoce del governo nepalese, ha dichiarato: “L’ascesa dei Baba indù in India non condizionerà il Nepal. Noi abbiamo la nostra politica e la laicità non verrà messa in discussione. Piuttosto andremo presto alle elezioni per istituzionalizzare le disposizioni costituzionali secolari”.
L’Rpp ha come obiettivo un regime monarchico indù, come era il Nepal prima della vittoria dei maoisti (2008), attualmente al potere.