Elezioni in Bihar: una pesante sconfitta per il premier Modi
Patna (AsiaNews/Agenzie) – Il premier indiano Narendra Modi ha ammesso ieri la sconfitta alle elezioni per il rinnovo dell’assemblea dello Stato del Bihar. La coalizione denominata “Grande alleanza laica” – formata da due partiti regionali e dal Congress – ha battuto la National Democratic Alliance dei partiti nazionalisti indù di centro-destra guidata dal Bjp (Bharatiya Janata Party) di Modi. Su un totale di 243 seggi, gli avversari se ne sono aggiudicati 178; i nazionalisti indù si sono fermati a quota 58. Il lungo appuntamento elettorale, svoltosi in cinque chiamate alle urne e segnato da una campagna aggressiva nei toni e nei modi, è stato considerato un vero e proprio referendum sulle politiche economiche e sociali di Modi, che ora viene invitato a “rivoluzionare” la propria agenda.
I media del Paese asiatico hanno seguito per mesi la campagna elettorale, in cui Narendra Modi si è impegnato in prima persona partecipando a 26 dibattiti pubblici. Lo Stato del Bihar infatti riveste un’importanza fondamentale: esso è il terzo per dimensione e popolazione (circa 100 milioni di abitanti), ma è anche uno dei più poveri e dove la convivenza tra le classi è tra le più difficili.
Modi era alla ricerca di una vittoria, dopo la sconfitta di febbraio nel Territorio federato di Delhi a vantaggio del partito anticorruzione Aam Aadmi Party (Aap). Per questo ha preso parte a numerosi congressi locali, promettendo politiche per la crescita e lo sviluppo.
Ma la tornata elettorale è stata segnata soprattutto dalla preoccupazione verso il crescente clima di intolleranza religiosa e sociale, diffuso da gruppi di radicali indù che difendono l’ideologia dell’Hindutva in tutto il Paese. Nelle ultime settimane infatti il dibattito pubblico è stato scosso dagli episodi di violenza scatenati dai fondamentalisti contro gli scrittori laici e i fedeli musulmani, i primi “colpevoli” di sostenere il pluralismo e la laicità dello Stato, e i secondi presi di mira per le loro tradizioni alimentari. Gli analisti politici ritengono che il risultato sia stato influenzato anche dalle recenti dichiarazioni di un gruppo militante indù affiliato al Bjp - Rashtriya Swyamsevak Sangh – che ha chiesto di rivedere la politica nazionale sulle minoranze religiose, per contenere l’aumento di cristiani e musulmani che provocherebbe uno “squilibrio demografico” a danno dei fedeli indù.
I risultati in Bihar aprono nuovi e inattesi scenari. Anzitutto sanciscono la nascita di una nuova coalizione centrista alternativa al partito di Modi, rappresentata dal partito Janata Dal (United) dell’attuale Chief minister Nitish Kumar – ex membro del Bjp, poi distaccatosi perché ha definito il premier animato da tendenze “settarie” – e dal partito Rashtriya Janata Dal di Lalu Prasad Yadav. I due leader politici (v. foto), di estrazioni socialista, sono stati a lungo rivali, ma hanno creato un sodalizio politico anche con il Congress Party di Sonia e Rahul Gandhi. Al termine delle operazioni di scrutinio, Kumar ha dichiarato: “Ha vinto l’unità. Questa è stata un’elezione osservata in tutto il Paese. La vittoria di oggi [ieri] ha implicazioni nazionali. In tutta l’India le persone vogliono un’opposizione forte e alternativa”.
Gli analisti sostengono anche che la votazione sia una “cartina di tornasole” per le politiche del governo. I giornali locali parlano di “pietra miliare”, voto “rivoluzionario” e di una “sconfitta clamorosa”, a cui deve seguire un “cambio strutturale delle politiche nazionali”. Si parla di “momento rigenerativo della democrazia indiana”, di “lezione cocente per le politiche settarie del Bjp”, di “nuova alba” per lo Stato di Bihar considerato da alcuni “il cimitero di tutte le rivoluzioni”, ma oggi “fonte di speranza” per tutto il Paese.
24/05/2019 15:16