Elezioni anticipate al 17 marzo. La guerra di Netanyahu contro Lapid e Livni
Gerusalemme (AsiaNews) - I leader politici israeliani hanno deciso oggi di tenere le elezioni anticipate il prossimo 17 marzo, dopo che il premier Benjamin Netanyahu ha dissolto il suo governo accusando due suoi ministri di "colpo di Stato" contro di lui.
I ministri in questione, Yair Lapid, alle finanze e Tzipi Livni, alla giustizia, entrambi di due partiti di centro, si sono spesso trovati in una posizione leggermente diversa da quella del loro premier, che tende ad appoggiare i partiti di destra e ultraortodossi.
Netanyahu ha accusato Lapid di essere troppo delicato con l'Iran e con i palestinesi, come pure di non essere esaltato all'idea di una legge che proclami Israele patria "degli ebrei" e Gerusalemme (compresa Gerusalemme est, che di per sé è palestinese) quale "capitale eterna" di Israele.
Livni è invece accusata di commenti "irresponsabili" verso la politica di aumento degli insediamenti israeliani illegali nei Territori occupati.
I media israeliani notano che Netanyahu ha deciso di correre per le elezioni per salvare se stesso dal fallimento e riuscire a vincere ad una nuova tornata elettorale, appoggiando gli elementi più bellicosi della società israeliana.
Alcuni analisti elencano alcuni dei fallimenti del premier: tutta la sua campagna contro l'Iran gli si sta ritorcendo contro, dato che Teheran si sta mostrando sempre più dialogico; il suo pungo di ferro contro i palestinesi sta facendo ritornare il terrorismo perfino a Gerusalemme; l'Europa - e soprattutto Svezia, Gran Bretagna,Spagna e ieri Francia - si muove verso il riocnoscimento di uno Stato palestinese.
In più l'economia del Paese "non è in forma", come lui stesso ha riconosciuto.
Secondo Lapid occorre una politica economica che aiuti le giovani coppie a possedere una casa con sovvenzioni e riduzioni di tasse. Invece, il piano economico presentato da Netanyahu mostra un aumento spropositato delle spese militari e nessun aiuto alla popolazione.
Proprio la popolazione - secondo un'inchiesta fatta ieri dopo l'annuncio della caduta del governo - reputa Netanyahu colpevole della fine del suo gabinetto e pensa che nuove elezioni siano un inutile spreco di denaro pubblico.