Egitto, sospeso il giudice che aveva condannato un ubriaco a 80 frustate
Il Cairo (AsiaNews) - La popolazione e i giudici egiziani si ribellano alla diffusione della sharia all'interno del nuovo sistema giuridico egiziano voluto dai Fratelli Musulmani. Il caso è esploso lo scorso 19 aprile quando Hussein Anan, giudice a Matay, nel governatorato di Minya (Alto Egitto) ha condannato a 80 frustate un uomo trovato in stato di ubriachezza. Invece del codice penale, Anan ha emesso la decisione sulla base dei versetti 90 e 91 del capitolo al-Ma'eda del Corano, dove il profeta condanna l'alcol e il gioco d'azzardo. Per fare ciò, egli ha citato l'art. 2 della nuova costituzione che cita come fonte del diritto i detti coranici. Tuttavia molti esperti fanno notare che nessuno dei versi del Corano afferma che il bere è punito con la fustigazione.
Intervistato da AsiaNews, p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, spiega che "la maggior parte dei giudici e la popolazione di Minya e del resto del Paese è contro l'imposizione della sharia". Il sacerdote sottolinea che anche il procuratore generale Talaat Abdallah, nominato in novembre dal presidente Morsi, ha contestato la sentenza di Anan, procedendo subito alla sospensione della pena e mettendo sotto indagine il giudice. L'uomo arrestato è stato invece posto sotto custodia e probabilmente verrà rilasciato. Lo stesso Mahmoud Al-Hefnawy, portavoce della Procura generale del Cairo ha dichiarato che "legge stabilisce che nessun crimine o punizione possono essere riconosciuti senza un testo giuridico. In Egitto non si applica la sharia islamica, a prescindere dalla posizione della costituzione verso di essa".
Secondo p. Greiche, l'incidente è indice della situazione di caos che ha colpito il Paese dopo la salita al potere del partito Giustizia e Libertà guidato dal presidente Morsi. "Ormai - afferma - vi sono sempre più funzionari all'interno del corpo giuridico che sono fondamentalisti religiosi e attendono il momento propizio per imporre la legge islamica in Egitto". Il sacerdote cita la violenta disputa in corso fra i giudici e Morsi, emersa con forza dopo la proposta del tribunale del Cairo di liberare Mubarak in attesa della fine del processo. Nel tentativo di guadagnare consensi anche all'interno del potere giudiziario, il presidente islamista ha annunciato di voler abbassare l'età pensionabile dei giudici da 70 a 60 anni, licenziado di fatto circa 3500 ufficiali giudiziari. "Tali funzionari - fa notare p. Greiche - verranno sostituiti con altri più concilianti con l'establishment islamista".
Il governo dei Fratelli Musulmani non ha però fatto i conti con la popolazione, che in questi giorni ha contestato le manifestazioni pro-Morsi organizzate da vari gruppi islamisti. Negli scontri avvenuti lo scorso 19 aprile sono rimaste ferite centinaia di persone. Alla gente comune si aggiunge l'importante Associazione nazionale dei giudici, che raccoglie oltre il 50% dei funzionari del settore. Da mesi essa sta cercando una mediazione con il governo per evitare una deriva fondamentalista della giustizia. (S.C.)