Egitto, chiuso il voto presidenziale: Al-Sisi verso la vittoria
Il Cairo (AsiaNews) - Con una percentuale di preferenze che si avvicina intorno al 90%, l'ex capo delle Forze armate Abdel Fattah Al-Sisi si avvia a divenire il nuovo presidente dell'Egitto. Lo spoglio dei voti è circa al 50% delle schede, ma fonti vicine alla Commissione elettorale egiziana parlano di una "vittoria senza precedenti" nella storia dell'Egitto. Durante la campagna elettorale, con Al-Sisi si sono schierati gli ufficiali militari, gli imprenditori e buona parte del vecchio establishment dei tempi di Mubarak.
Restano alcuni dubbi riguardo alla partecipazione popolare. L'affluenza finale, dice la fonte, si è attestata al 44,4% dei 54 milioni di aventi diritto al voto. Anche se Al-Sisi dovesse ottenere tutti i voti disponibili, con queste cifre rimarrebbe comunque sotto i 40 milioni di preferenze che nei giorni scorsi aveva indicato come "necessarie" per una "vittoria completa".
Il primo giorno di elezioni, 26 maggio, si è registrata un'affluenza pari a circa il 10-15% dell'elettorato attivo; il giorno dopo i dati sono risultati ancora inferiori. Per un funzionario elettorale la colpa è delle "restrizioni residenziali" imposte in alcune parti del Paese, mentre per un altro il vero motivo è "il clima straordinariamente caldo di questi giorni".
La scarsa presenza di civili ai centri di voto (i militari si sono invece presentati in massa) ha costretto la Commissione elettorale a prolungare di un giorno le operazioni. Secondo diversi analisti, il "minimo indispensabile" per Al-Sisi è rappresentato da 13 milioni di preferenze, ovvero quanto ottenne nel 2013 il candidato dei Fratelli Musulmani, Mohamed Morsi, poi deposto proprio dall'allora generale. I funzionari del governo hanno approvato una multa da 500 lire egiziane (circa 60 euro) per chi non ha intenzione di votare.
Mina Magdy, giovane leader del Maspero Youth Union (Associazione per i diritti umani islamo-cristiana,fra le principali promotrici dell'iniziativa Tamarod che portò alla caduta di Mubarak), dice ad AsiaNews: "La bassa affluenza alle urne si spiega con il clima anti-democratico che si respira in questo periodo in Egitto. Tutti noi sappiamo bene che la democrazia non ha a che fare solo con la scatola dove si depone il voto, è qualcosa di più".
Il riferimento, continua, "è a quello che abbiamo vissuto negli ultimi mesi, quando Al-Sisi è stato dipinto dai media e dalla società civile come 'il salvatore dell'Egitto'. Questo modo di fare non è corretto, non si può pensare a un dibattito vero se un candidato è un eroe e l'altro è un semplice essere umano con un programma spiegato neanche troppo bene. È tipico di questo Paese inginocchiarsi davanti all'uomo forte".
Tale atteggiamento non giova allo stesso ex capo delle Forze armate: "Al-Sisi - continua Mina Magdy - è molto amato dalla popolazione, basta girare per le strade per rendersene conto. Sono sicuro che, se il contesto fosse stato meno sbilanciato e un poco più democratico, l'affluenza sarebbe stata molto più alta e lui avrebbe ottenuto lo stesso tantissimi voti, la maggioranza. Ma serve un cambio di mentalità".